La nuova collega
Data: 20/08/2023,
Categorie:
Etero
Autore: francescopirelli, Fonte: Annunci69
Anna è una ragazza molto dolce, una nuova collega arrivata da poco sul posto di lavoro. Si rivolge spesso a me, per chiedere un consiglio, o semplicemente per scambiare due chiacchiere mentre ci fumiamo una sigaretta durante la pausa, bevendo il caffè. Io lavoro lì da parecchi anni, e conosco tutti i “segreti” della ditta, così, visto che mi è simpatica, l’aiuto quanto posso dandole suggerimenti e dritte. A volte, con quella sua aria da ingenua e il sorriso sempre sulle labbra, mi sembre indifesa, e mi viene voglia di abbracciarla.
A dire il vero non è una gran bellezza: magrolina, veste poco femminile. Sempre rigorosamente senza trucco, ma … con quel sorriso ammaliatore. Potrebbe essere mia figlia per età, ma … che differenza fa?
In autunno in ditta c’è l’abitudine di uscire tutti insieme a cena per gustare la selvaggina: di solito una serata priva di storia, ma questa volta Anna mi ha chiesto se ci sarò anch’io …
Arriva il giorno … mi preparo mettendomi “in tiro”, ma senza rinunciare ai jeans che non riesco a fare a meno di portare. Sopra una camicia nuova, appena comprata, blu elettrico e una giacca di pelle nera.
Il ritrovo è in ditta, o meglio, nel posteggio antistante. È un venerdì sera: il sabato non si lavora, e ci si può permettere di fare tardi. Arrivo con un attimo di ritardo. Diversi colleghi sono già lì, lei compresa. Posteggio, scendo dalla macchina e vado a salutarli. Lei si fa avanti col suo sorriso smagliante, mi tira un po’ in disparte e mi ...
... chiede:
“Vero che posso salire in macchina con te?” con uno sguardo che è tutto un programma.
Io le sorrido…
“Non hai paura del lupo cattivo? Avrai sentito che ho la fama del donnaiolo qui in ditta…”
Lei mi sorride di rimando.
“No, non ho paura.
Allora vengo con te?”
“Ok … se non hai paura …”
La mia auto è una due posti, così, ovvio, c’è posto solo per noi due. Oltretutto ai colleghi e alla colleghe non piace salire sulla mia macchina, perché dicono che è come sedersi per terra. Meglio così.
Arriva il momento di partire. Il ristorante è a qualche chilometro, io e Anna abbiamo il tempo di parlare. Lei è vestita come al solito, ma c’è qualcosa di diverso in lei. Parliamo, scherziamo, ridiamo … a un certo punto mi mette una mano sulla gamba, un tocco gentile. Io mi giro un attimo a guardarla. Lei sorride: sembra felice.
Il nostro idillio viene interrotto dall’arrivo al posteggio del ristorante. Fermo la macchina, scendiamo e ci avviamo verso l’entrata.Senza nemmeno dirlo, prendiamo due posti vicini, in fondo al tavolo.
I piatti sono gustosi, tutto a base di selvaggina. Il buon vino ci rende più allegri. Io e lei parlaimo per tutta la sera, come se gli altri non ci fossero. Non mi ero sentito così bene da tanto tempo, soprattutto alle cene della ditta.
Verso mezzanotte ce ne andiamo. Anna è con me, non mi molla più. Saliamo in macchina. Mi chiede:
“Hai voglia di andare ad ascoltare un po’ di musica Paolo?” E mi fa il nome di un locale che pure io ...