1. Il cantante e la vicina di casa – L’incontro


    Data: 14/08/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti 69, Racconti Erotici, Etero Autore: Predator1969, Fonte: RaccontiMilu

    ... più la mia interlocutrice che urlò: “Guarda che a me non frega niente di chi sei e che hai vinto il festival! Per me sei solo un cafone che dovrebbe vivere in aperta campagna!”. Restai in silenzio per qualche istante, guardandola rapito dalla sua bellezza. Fosse dipeso da me, me la sarei fatta direttamente sul pianerottolo. “Almeno ti è piaciuta la mia canzone al festival?”, le chiesi sorridendole con l’intenzione di farle abbassare i toni. Una mossa che pare funzionò. “L’ho sentita appena”., rispose lei con tono freddo di sufficienza ma sicuramente più pacato, senza mai togliere gli occhi dai miei. “Se vuoi te la faccio risentire al pianoforte, sempre che tu voglia entrare”, replicai. La mia proposta la spiazzò e palesemente imbarazzata, distogliendo lo sguardo dal mio, decise di varcare la soglia di casa. “Scusa – dissi – non mi sono ancora presentato: io sono…”.. Mi interruppe dicendo: “So chi sei, i giornali li leggo anch’io. Io sono Simona e tu, comunque, per me resti un maleducato”. Aveva rialzato le barricate. “Vorrei dimostrarti che talvolta le apparenze ingannano”, replicai. La feci accomodare sul divano in sala, dove troneggiava il mio pianoforte. “Alcol sì o alcol no?” le chiesi proponendole qualcosa da bere. “Alcol sì, se hai una birra”. Il suo tono era tornato più calmo ma sempre freddo. Andai in cucina, aprì il frigorifero, presi due birre e tornato in sala gliene porsi una. Stavo in piedi di fronte a lei ad osservarla: “bellissima” pensai tra me. Bevve un ...
    ... sorso, si fermò e mi disse: “Oltre che maleducato, sei anche bugiardo… hai detto che mi avresti fatto sentire la tua canzone”. Lo disse con quell’espressione da bambina delusa e indispettita, infinitamente lontana da quella aggressiva dei primi momenti; un’espressione che trovavo adorabile. I suoi occhi da cerbiatta, la sua bocca mi facevano proiettare verso mete paradisiache. “Hai così tanta fretta di tornare a casa? Ok, ti accontento subito”, le dissi. Mi sedetti al pianoforte e cominciai a suonare e cantare il fortunato brano. La canzone raccontava di una donna che, per eccesso di pudore e paura di sbagliare, aveva fatto allontanare colui che avrebbe potuto essere l’uomo della sua vita per poi pentirsene, restando sola con il suo rimpianto. Al termine del brano mi girai verso lei e vidi che due lacrime le stavano solcando il viso: piangeva silenziosa. Sul momento, la reazione di Simona mi destabilizzò. Non mi ero mai trovato in una situazione simile e non sapevo come gestirla. Feci la cosa che mi pareva più giusta. Mi alzai dal pianoforte e mi misi a sedere accanto a lei sul divano. Sono molto espansivo per natura ed avrei voluto rincuorarla con un abbraccio, tale e tanta era la tenerezza che mi faceva. Ritenni però che in assenza della giusta confidenza, sarebbe stato quantomeno inopportuno. Scelsi quindi di prenderle una mano tra le mie e le chiesi con fare comprensivo:“Ehi… che succede?”. “Se il brano non ti piace, non è il caso di arrivare a piangere!”, aggiunsi con ironia ...