1. Il territorio del sogno


    Data: 03/08/2023, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... prendessero simili superstizioni tanto alla leggera e, complice anche la mia fretta di trovare risposte, proposi ai due un lauto pagamento. Uno dei due accettò, vinto dall’avidità, l’altro scosse il capo. Farfugliò una frase prima di scendere dalla giunca portandosi dietro il suo fucile. -Che ha detto?-, chiesi. Non avevo capito molto. La paura o forse la rabbia avevano storpiato le parole, tradendo un’emozione primitiva che rendeva evidente lo sconvolgimento di quell’uomo (non più anziano di me) che doveva aver visto l’inferno in terra tanto quanto me. -È dialetto del Delta. Dice che i morti non usano i soldi.-, rispose il sociologo. Pareva turbato. -Non morirà nessuno. Lei è un uomo di scienza, o mi sbaglio? È o non è convinto che siano solo superstizioni?-, chiesi incalzandolo. Minh annuì, recuperando quella che pareva sicurezza e lucidità, -E allora non crede che dobbiamo continuare quest’impresa?-, domandai. -Nessuno ha mai trovato la tribù. Ne hanno tutti solo sentito parlare. E Roq ha detto che è scomparsa.-, disse il vietnamita. Io sorrisi con cortesia mista a euforia: sarebbe stata anche una scoperta! Sarei diventato famoso… O quantomeno avrei avuto la possibilità di diventare tale. -Immagini, allora! Professor Minh, scopritore del lascito della tribù perduta! Ci pensi!-, esclamai. Il sociologo annuì e, dopo pochi istanti, riprendemmo il viaggio risalendo il fiume nell’intricato dedalo del Delta del Mekong.
    
    Dopo una giornata di navigazione scendemmo dal Sampan, ...
    ... ospiti di un villaggio di contadini. Non erano una tribù, bensì gente che era stata rimossa dal proprio terreno solo per permettere alle forze armate del Sud Vietnam di continuare la loro caccia ai Victor Charlie… Sradicati dalla propria terra, ora si erano adattati mediamente alla nuova dimora. Minh negoziò l’ospitalità di una famiglia, una giovane madre e la figlia di pochi anni più piccola. Entrambe masticavano un po’ d’inglese e subito chiesero se fossi americano. Risposi di no, ricorrendo al nome stampato sul mio documento fittizio. Minh spiegò che la giovane aveva perso suo marito durante la guerra. Lei aveva anche combattuto. Mi parve bizzarro essere ospite di una donna che fino a qualche anno prima era stata probabilmente responsabile della morte di diversi commilitoni e forse anche amici… Preferii non pensarci, limitandomi a notarne la bellezza. Avrà avuto una trentina d’anni e la figlia qualche anno in meno. Una ventina forse. Mangiammo una zuppa servitaci con un sorriso. Minh parlava in vietnamita con la donna mentre io cercavo di parlare con la figlia, ma senza grande risultato. La guardia era appoggiata alla parete, decisamente disinteressata alla situazione. La cena finì dopo pochi minuti e, complice l’ora, chiesi di poter uscire a fare una passeggiata. Scortato dalla guardia, osservai il villaggio. Dio, ci avevo anche combattuto da quelle parti. Poco lontano da lì, a Kei Hian avevo visto morire molti miei amici, durante un imboscata dei Vietcong. E ora ero lì, ...
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