Linda la nerd – Capitolo 9
Data: 22/07/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... Dario, affacciandosi sulla SS50, dove chiunque avesse avuto bisogno di fermarsi poteva trovare ristoro presso il Griso, se non era particolarmente schizzinoso. Ovvio, pensò la ragazza, se davvero fosse stato questa fogna che sembrava, le forze dell’ordine l’avrebbero fatto chiudere, o appioppato multe su multe: se ciò non accadeva, significava che non era così disgustoso come sembrava a lei. Nonostante questo, non ci sarebbe entrata se non costretta, soprattutto per la clientela.
Una macchina rallentò davanti al bar, uscendo dalla Statale senza nemmeno mettere la freccia e parcheggiando accanto ad un vecchio pickup scassato. Era una Subaru sportiva blu con quella ridicola aletta in fondo, sul bagagliaio, nemmeno fosse stata una macchina da Formula1. Aggrediva la vista tanto era tirata a lucido, senza un granello di sporco sulla carrozzeria, mentre i finestrini erano oscurati come a nascondere l’identità del conducente; sembravano vibrare tanto era elevato il volume della radio della macchina, intento a vomitare musica metal il cui testi sembrarono alla ragazza gente che vomitava a 120 decibel. Francesca non ebbe difficoltà ad indovinare chi ci fosse a bordo: non che ci fossero tanti imbecilli in zona che giravano con auto da trenta e passa mila euro facendo più fracasso di una gara di rally.
– Dev’essere bello essere il figlio di un assessore della provincia divorziato. – mormorò con una forte dose di acida ironia. Non scese dal motorino, ma attese che fosse Mauro ...
... a raggiungerla. In fondo lei era una donna, ed un minimo di rispetto quel cretino doveva pur portarglielo, soprattutto se voleva qualcosa per la sua informazione.
La portiera si aprì, riversando nel parcheggio onde sonore dolorose come pugni nel petto della ragazza. Ci volle qualche secondo prima che l’uomo decidesse che quelle grida più adatte ad un film dell’orrore lo avessero soddisfatto e desse fine a quello strazio spegnendo la radio. Uscì dall’abitacolo mettendo faticosamente una gamba fuori, poi afferrò il tettuccio e si spinse fuori, mostrandosi in tutta la sua altezza.
Ed era davvero alto, constatò di nuovo Francesca. Non era due metri, ma uno e novanta lo raggiungeva senza problemi. In più, era magro da fare paura, come se la rabbia che lo animava bruciasse calorie meglio di qualunque corso di aerobica che la ragazza avesse mai frequentato. In pieno contrasto con la macchina costosa, indossava abiti di poco prezzo, spesso scelti la mattina dall’armadio con la luce spenta, o più probabilmente raccolti dal pavimento dove li abbandonava la sera precedente, senza la minima concezione di come abbinare colori e stili.
Non chiuse a chiave la macchina ma si diresse verso Francesca mettendo le mani nelle tasche della maglia con cappuccio, nemmeno avesse avuto sedici anni, e alzando le spalle, come per sembrare ancora più alto, quasi volesse sembrare ancora più aggressivo. Sarebbe stato uno sforzo inutile, pensò lei: bastava guardarlo in faccia per desiderare di ...