Edith - Parte Prima
Data: 17/07/2023,
Categorie:
Etero
Autore: Nonlosoproprio, Fonte: EroticiRacconti
... continuare a distrarmi e a non pensarci. Arriviamo finalmente in ufficio e presi dal lavoro non ci faccio più caso.
Finalmente la giornata sta per finire, spengo il computer e mi avvio verso l’uscita. Edith si sta vestendo anche lei per uscire. “Ciao” mi dice, “vai a casa?”. “No, vorrei passare a prendere qualcosa da mangiare perché non ho niente nel frigo”. Lei, senza lasciarmi finire “allora vieni da me, il bambino e’ dal papà stasera e ho fatto da mangiare per una settimana!”. Penso a quello che è successo oggi a pranzo e mi dico che sarebbe meglio evitare. “solo perché non posso lasciarti mangiare da sola altrimenti mi diventi tutta ciccia!”. Ecco, proprio quello che non volevo dire. Così andiamo in macchina e guido verso casa sua.
Abita in un palazzo anni ‘60, signorile ma un po’ figlio del suo tempo. Ci sono stato diverse volte ma questa volta sento un odore e vedo dei colori diversi, quasi più vivi come se il palazzo d’improvviso mi apparisse meno stantio di prima e gli odori più accesi. Saliamo in ascensore. C’è un’aria strana, una sensazione di quasi imbarazzo, di non detto. Finalmente entriamo a casa. Mi appare diversa, come se la vedessi per la prima volta. Noto particolari nuovi di oggetti che avrò visto decine di volte. Le foto di lei quando era più giovane, i cuscini colorati del divano, i giochi del bambino sotto il mobile.
Mangiamo ed è tutto buono. Sa cucinare divinamente e abbiamo bevuto anche una bottiglia di vino rosso. “Ah il vino è buono e non ...
... si beve solo nel bicchiere” le dico ridendo senza neanche pensarci. “Ah ah, scemo!” risponde lei ma con quel sorriso che non è spensierato e rivela un imbarazzo e al tempo stesso un desiderio velato. ”Quindi come si versa?” domando sempre con un sorriso ma questa volta meno convinto. “Come si versa cosa?”. ”il vino che hai bevuto con la tua ultima conquista”, le rispondo. La bottiglia di vino era quasi vuota, e tutti e due eravamo un po’ su di giri, soprattutto lei che non regge, o almeno così dice, troppi bicchieri. Quasi seria, con un accenno di sorriso, gli occhi diventati più sottili e un tono di voce quasi a nascondere le parole, “vuoi che te lo faccia vedere?”. “Beh almeno imparo qualcosa di nuovo…”. Oddio, ma che ho detto? Solo che adesso la palla ha cominciato a scorrere sul piano inclinato e non si riesce a fermare, o non lo si vuole. “Mmm, credo che il vino sia finito, bisognerebbe aprire un’altra bottiglia“; quindi, si alza e prende una bottiglia "Eccola, sei tu l’uomo e tocca a te aprirla”. “Va bene, e tu?”, chiedo quasi ingenuamente. “Io preparo il bicchiere”.
"Ah sì?" le dico. E mentre prendo la bottiglia e il cavatappi, lei si siede sul tavolo. "Allora ne vuoi un po' dal mio bicchiere?" mi domanda con un sorriso malizioso. "Dev'essere un bicchiere che merita questa bottiglia, come si comincia?" chiedo io mentre cerco di tirare su il tappo ma l'eccitazione aumenta e la voce si fa più insicura. "Me l'ha spiegato il tizio dell'altra sera, non sono ancora molto ...