La fame – 1
Data: 28/06/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Lesbo
Autoerotismo
Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu
... raccogliere del fieno per nutrirli. Il maneggio prevedeva anche delle attività con le scuole: a fianco del fieno era posizionata una scatola, colma di carote – sia bambini sia ragazzi si divertono a vedere un cavallo mangiare una carota dalle proprie mani. Gaia, per un momento, si fermò ad osservarle: arancioni e invitanti, con ancora il ciuffo verde attaccato. Non le contemplava tanto per le papille gustative, quando per la loro forma conica: recentemente, aveva scoperto assieme ad un suo ragazzo – se così lo si volesse chiamare – la sodomia: inizialmente scettica, si era lasciata poi convincere. Aveva scoperto sensazioni nuove – i muscoli che si contraggono, la prima penetrazione che duole e che scuote tutto il corpo.
Aveva già fatto un po’ di pratica, avrebbe benissimo potuto… Si guardò attorno: era sola. O meglio, c’erano i cavalli, ma che le risultasse, non avevano il dono della parola. Avrebbero potuto conservare gelosamente il suo segreto.
Con un risolino, scartò l’idea e si diresse verso le mangiatoie: posizionò il fieno e li osservò cibarsene. Pensava a quando sarebbe arrivata Amanda; chissà come le avrebbe insegnato – magari, le avrebbe appoggiato le mani sulla schiena, spingendola in avanti, oppure l’avrebbe tenuta per i fianchi ampi…
Inconsciamente, le sue labbra, piuttosto grandi, si socchiusero, mentre il suo indice corse a sfiorarle: le avevano detto più di una volta che aveva una bocca accogliente; persa nelle sue fantasie, accarezzò il collo del ...
... primo animale, intento a capo chino nella masticazione – un cavallo baio. Sentiva l’odore del fieno e della stalla e le sue dita, partendo dalle orecchie, raggiunsero l’attacco delle zampe anteriori, i cui muscoli erano scossi da qualche tremito. Toccare quel manto fino, le trasmise un formicolio, che si estese pulsando al resto del corpo; improvvisamente, rivalutò l’idea: si voltò verso la scatola delle carote e ne scelse una, valutata attentamente. Non troppo grande, non troppo piccola – di superficie leggermente irregolare, ma dritta: semplicemente perfetta.
In fondo, un tentativo non avrebbe fatto poi tanto male. Indossava vestiti larghi, comodi per lavorare: era facile indossarli, così come toglierli. Prese in mano l’ortaggio e l’osservò attentamente per qualche secondo. Si diresse verso il rubinetto, a cui solitamente era attaccata una canna per l’acqua e la lavò: goccioline ne ricoprivano la maggior parte, rendendo la superficie lucente.
Dopo qualche esitazione, schiuse le labbra, rivelando una bella fila di denti bianchi. Con l’acquolina in bocca, tirò fuori la lingua e l’appoggiò sulla punta: quando si toccarono, una il sapore leggermente amaro rese Gaia più audace. Ne percorse tutta la lunghezza, bagnandola con la sua saliva. Si ritrovò a fantasticare, ovviamente: se ciò che stringeva in mano, fosse stato vivo, fatto di carne percorsa da fremiti… Al pensiero, la sua mano corse verso la sua intimità: incontrò prima la peluria, per poi trovarsi ad accarezzare ...