1. Ti prego scopami, Amore Mio


    Data: 25/06/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti

    ... labbro.
    
    «Guardati, dov’è finita quella donna che fino a poco fa mi stava gridando in faccia?» sussurró ancora, spostando il peso del corpo su quello della sua vittima. Lei si ritrasse, mossa che, quella perfida bestia, pareva aver già fiutato, e in tutta risposta, le circondó il collo con una mano. Avvicinandola a sé, sussurró:
    
    «Dov’è quella donna?» sibilò con tono divertirto, obbligandola a sollevarsi.
    
    «Dove l’hai lasciata?» stringendo la presa sotto al mento, arrivandole a sfiorare con le labbra il
    
    lobo dell’orecchio.
    
    «Non ne vedo traccia ora, vedo solo una cagna dalla dubbia moralità, qui con me».
    
    Agata non riuscì a proferir parola, la mente vagava persa tra le parole di quel maledetto.
    
    Aveva solo voglia di guardarlo negli occhi e zittirlo con un bacio.
    
    «Ripetilo, dimmelo ancora, dimmi che non sono l’uomo per te» quasi gemendole addosso.
    
    «Dillo, dimmi che sono un pazzo psicopatico senza cuore» la esortó sfiorandole con la punta delle dita le labbra.
    
    «Che non sono capace di provare sentimenti, che sono un egoista, che detesto l’esser romantico» ripeté
    
    le sue parole posandole l’altra mano sul ventre.
    
    «Tu, che leccheresti il pavimento dell’inferno pur di avermi, ora dici di disprezzare il mio essere?».
    
    Sorrise solo per provocare una reazione in lei, reazione che si tramutó in un gemito di sofferenza.
    
    Lui approfittó di quella frazione di secondo, per forzarle le labbra con la punta delle dita. Ad occhi chiusi, Agata, si sentì ...
    ... risucchiare in un’altra dimensione.
    
    «Io sono questo» sussurrò inducendola a succhiare.
    
    «Io posso, io non chiedo, io esigo, e tu mi compiaci».
    
    Sospirò affondandole due dita in gola.
    
    La sensazione di caldo, bagnato e morbido che provò, lo costrinse a spingere con forza, il suo cazzo tra le natiche morbide di lei, gemendo.
    
    Agata obnubilata dalle sue parole si arrese, e abbandonata ogni forma di ribellione, si lasciò cullare da quel corpo maestoso, che incombeva su di lei.
    
    Ma lui non si fece impietosire, e senza remore, continuó:
    
    «Tu sei in mio potere, lo sei sempre stata» fiató prima di leccarle il collo, e fermare la corsa della lingua con un morso.
    
    «Non ti sei mai lasciata conoscere da nessun altro, mentivi quando me l’hai confessato? ».
    
    «No» ansimó lei accarezzandogli le dita con la lingua.
    
    «Sei l’unico» gli confessò ancora una volta, liberandosi dalla morsa nella quale era costretta, girandosi verso di lui.
    
    Restò ammutolita, come sempre, dall’austera affascinante espressione del suo viso, perdendosi in quel profondo sguardo.
    
    Le ciglia lunghe gli donavano un’espressione di dolcezza, in conflitto con il suo vero essere, quello che lei amava, bramava.
    
    «Sei una puttana» ruggì con rabbia, a un respiro dal suo viso, un secondo dopo.
    
    «Una laida puttana» l’apostrofó alzandola di peso per farla sedere sul parapetto.
    
    Agata gemette di dolore per irruenza usata, cercando le sue labbra per potersene appropriare, ma lui si negò.
    
    «Non è così che ...