1. Ti prego scopami, Amore Mio


    Data: 25/06/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: inception, Fonte: EroticiRacconti

    ... troneggiavano desolati sulle rive, illuminati dalle luci dei lampioni.
    
    Agata, stremata dagli ultimi eventi, sospirò forte, riempiendosi i polmoni di aria fresca. Con fatica, alzò il capo, verso la scura coltre, che si apriva sopra di lei. Dove, soave, risplendeva una Luna piena perfetta. Con le dita accarezzó il travertino ruvido, disegnando linee astratte, forse immaginava fosse la pelle di quell’uomo.
    
    Lo stesso uomo dal quale lei stava fuggendo.
    
    Lo stesso che aveva appena mandato al diavolo.
    
    Lo stesso, che ora la stava guardando, qualche metro più in là.
    
    Ma Agata non se ne accorse, nella sua testa, i pensieri si rincorrevano oscurando tutto il resto. Sapeva avere una sola opportunità, sapeva solo questo.
    
    «Ricordi quanto ti dissi» ad Agata si geló il sangue nelle vene sentendo la sua voce.
    
    «Se un giorno decidessi di sparire, io a costo di mangiarmi il fegato, non ti cercherei?»
    
    Lei restò pietrificata, non ebbe il coraggio di voltarsi, sapeva sarebbe crollata davanti a lui.
    
    Sforzandosi, gli chiese come l’avesse trovata, la risposta, degna di un manuale per nerd, la fece quasi sorridere.
    
    Amava quel suo modo di fare così supponente. Amava saperlo attento e presente, più di quanto lei
    
    immaginasse. Eppure qualcosa dentro di lei, quella sera si era incrinato, quasi spezzato.
    
    «Ricordi?» incalzó lui, rifacendosi serio.
    
    Lei rispose un flebile “si”.
    
    «Ecco, brava, quindi ora mi spieghi che ci faccio qui?» domandò con tono pacato e ...
    ... inquietante allo stesso tempo.
    
    Agata, che ancora dava le spalle al suo interlocutore, si sentì scossa da un brivido che la fece tremare.
    
    «Non fare giochetti con me, ti prego» gli rispose cercando di impostare la voce, per farla risuonare seria.
    
    L’uomo non perse tempo, sapeva come annientare quella donna, conosceva ogni piega di quel carattere contorto.
    
    «Non faccio giochetti io, lo sai, o meglio dovresti saperlo» ribatté serafico.
    
    Senza darle il tempo di rispondere continuò.
    
    «Vieni qui».
    
    Le poche certezze di Agata si frantumarono in quelle parole, si accasció fino a toccare con la fronte la pietra del muretto, che la sosteneva.
    
    Lui sorrise, sapeva averla in pugno, sapeva sfaldare quella finta corazza, lo faceva millimetro dopo millimetro, godendosi quel perfido potere.
    
    «Ho detto, vieni qui, stronza» ripeté avvicinandosi ancora di qualche passo.
    
    Il profumo turpe di quell’essere demoniaco la investí, dovette fare affidamento sulla sua forza di volontà, per non cedere alla tentazione di cascargli ai piedi. Ma resistette.
    
    Lui non demorse, avrebbe dato sfogo a tutta la sua perfidia pur di ottenere ciò che desiderava. La fissò, come un felino scruta la preda agonizzante, in silenzio, immobile.
    
    «Guardarti mentre tenti di reprimere la tua voglia di me, è qualcosa che va oltre il piacere» sussurró appena, portandosi alle sue spalle.
    
    La donna taque ancora, anche quando lo sentì aderire con il bacino al suo, a fatica trattenne un ansimo mordendosi il ...