In bicicletta
Data: 25/06/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2, Fonte: Annunci69
Da ragazzo ero solito andare in esplorazione con la mia bici, in estate portavo pantaloncini e magliette, vecchi pantaloncini di jeans troppo stretti, corti e sfilacciati ma li adoravo.
Nel parco mi piaceva vedere uomini che mi guardavano passare, fissando il mio inguine e non me, le mie palle divise dalla sella ed il contorno del mio cazzo morbido appoggiato di lato, che spesso si induriva sotto i loro sguardi.
Iniziai a non indossare mutande ed adoravo la sensazione audace che questo mi dava. Diventai un appassionato di ciclismo.
Poi un giorno pedalai davanti ad un ragazzo sdraiato al sole in una zona isolata del parco. Penso avesse vent’anni, indossava solo i pantaloncini e il suo corpo era muscoloso. Mi sorrise mentre passavo e mi chiese se volevo da bere.
Girai la bici e mi fermai di fronte a lui, con una gamba sul pedale più alto in modo che la gamba dei pantaloncini restasse aperta.
Lo vidi dare una rapida occhiata e, da come potevo sentire l’aria fresca sulla punta del mio uccello, sapevo che poteva vederlo.
“Vuoi una coca cola?”
“Sì, perché no?”
Gettai la bici a terra e mi avvicinai.
Mi porse la bibita, da dove mi trovavo avrebbe potuto facilmente alzarmi i pantaloncini. E lo fece!
Guardò con attenzione, il mio cuore iniziò a battere per l’eccitazione.
“Bello!”
“Che cosa?”
“Una bella giornata.”
Disse spostando gli occhi sui miei e sorridendo.
“Vieni e siediti un po’.”
Mi sedetti e mi rilassai appoggiato ad un fianco, ...
... sorseggiando la coca cola.
Lui si alzò a sedere e frugò nel suo zaino per un’altra coca, poi si girò e si rilassò di nuovo, questa volta appoggiando la testa su una mano.
I suoi occhi guardavano direttamente verso l’alto nei miei shorts.
Il mio cuore sussultò e sentii il mio pene gonfiarsi sotto il suo sguardo. Lo sentivo allungarsi, la cappella si spingeva lungo la gamba dei pantaloncini e poi fuori all’aria aperta.
Sentivo la mia faccia diventare calda e rossa di eccitazione e paura. Girai la testa e mi ritrovai a fissare un enorme palo che tendeva i suoi pantaloncini a pochi centimetri dalla mia faccia. Sapevo cos’era. La mia bocca divenne molto secca.
“Hai un brutto livido lì.”
Disse sedendosi ed esaminando la mia coscia.
“Quale livido?”
Dissi, sorpreso mentre la sua mano si appoggiava sulla carne nuda della coscia appena sotto i pantaloncini.
La sua mano accarezzò e strinse, le dita strisciarono lentamente verso l’alto.
“Oh, ho sbagliato, si tratta solo di un’ombra...”
Ma la sua mano continuò a muoversi più in alto.
Io la fissai scivolare sempre più in alto fino a quando le sue dita non scivolarono sotto i pantaloncini e poi sfiorarono la punta dell’uccello.
Sussultai a quel tocco elettrico e poi di nuovo mentre le sue dita si spostavano piano sopra la cappella sensibile.
Era sdraiato su di un fianco come me, uno di fronte all’altro appoggiati sui gomiti.
Da come eravamo posizionati nessuno avrebbe potuto vedere cosa stesse ...