Io e Andrea. Capitolo cinque.
Data: 30/07/2018,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
... se scusarmi per l’irruenza, non avevo esperienze simili, ma Andrea pur sottolineando come le dimensioni la mettessero in imbarazzo, ribadiva il piacere che il nostro darci, procurava senza limiti.
Si staccò lentamente e mi chiese di prendere il suo posto; scendemmo dall’auto e mi sedetti mentre lei infilando le gambe ai lati del sedile, si impalò esibendosi in una danza che mi portò più volte al limite dell’orgasmo, e quando glielo dicevo, si fermava! Dedicavamo qualche minuto a baciarci, poi tornava a sbattersi sul pezzo che oramai agognava esplodere tutta la sborra accumulata eruttando il piacere in qualunque modo lo volesse apprezzare. Andrea sembrava non pensarci al momento, visto come si infilava tutta l’asta facendomi apprezzare la punta sull’addome. Secondo l’angolazione adottata quando ci si sedeva sopra con tutto il suo peso, sentivo la tensione dei visceri sulla cappella.
Accarezzavo e baciavo tutte le parti di quel corpo che mi venivano a tiro secondo i suoi movimenti, ma era chiaro come fosse lei a decidere cosa e come fare. Era attrice principale e regista di quell’amplesso agognato. Non avrei mai voluto concludere e desideravo rallentare, al limite evitavo pure di sborrare per non iniziare a sentirne nuovamente il desiderio e pensare a quando succederà la prossima volta. Continuò pur diminuendo il ritmo, alternando ogni sessione di battute misurate, a baci e carezze. Era incredibilmente sudata e ciononostante non accennava a smettere, le proposi di farci ...
... una sborrata e ricominciare, ero eccitatissimo e terribilmente coinvolto.
Sembrò pensarci un attimo ma rispose che non ce l’avrebbe fatta a continuare ancora per molto; sei insaziabile e non ti accontenti mai. Sembrava stizzita. La accarezzai invitandola a fermarsi qualche secondo. Arrestò la danza mantenendosi saldamente impalata sul mio povero cazzo (che peraltro godeva oltremodo per quel trattamento). Io resisto perché voglio arrivare dove mi puoi portare tu le risposi. Decidi quando e per me andrà bene. Queste sono le mie regole. Quando vuoi posso donarti il mio piacere che il tuo è già apprezzato sin dal primo sospiro. Andrea mi baciò e scivolando all’indietro si liberò dal dominio del membro.
Aprì la porta ed il fresco della sera ci venne in soccorso, nonostante avessi aperto uno spiraglio di aria abbassando i vetri delle portiere, il piccolo abitacolo era oramai saturo di odori e umori, nonché del calore emesso dai nostri corpi. Prese il tappetino sottopiede e appoggiandolo sull’erba, si inginocchiò mettendosi comodamente a succhiarmi l’uccello. Strusciava le tettine sulla coscia destra e vedevo chiaramente il salsicciotto ballonzolare rimbalzando talvolta sul battitacco della portiera. Adesso dammi tutta la sborra che puoi mi disse, voglio farne una scorpacciata.
Vedevo che di tanto in tanto dava una smanettata anche al suo pistolotto. Avrei voluto partecipare ma mi sembrava di rompere una sorta di equilibrio. Andrea continuava imperterrita la sua operazione ...