Il ponte degli innamorati
Data: 10/05/2023,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... ricontattai i vecchi amici, cominciai a frequentarli e a rinnovare con loro i fasti dei bagni per le sveltine, delle serate in discoteca, del car sex come metodo; a mio marito non concedevo niente neppure una copula ‘da bancario’ il sabato sera; era per me tanto inutile che dargli una qualsiasi opportunità sarebbe stato esagerare.
Il mio bengodi non durò più di un paio di mesi, durante i quali mi scatenai in tutti i modi possibili, copulando nei bagni di tutti i locali che frequentavo, andando il venerdì sera in discoteca col mio gruppo di amici e restando fuori talvolta fino al lunedì mattina; a mio marito non dedicavo che minuti di requie tra una trasgressione e l’altra; avevo praticamente raggiunto l’obiettivo primario, uno schiavo della mia sessualità irrefrenabile che non mi chiedeva neppure una copula ogni tanto.
Dopo quella del matrimonio, non me ne ero curata più per niente; lui pareva non avesse nessuna esigenza; non mi chiedeva niente, non commentava, non protestava neppure per il dispendio che mi consentivo con le sue carte di credito; avevo quasi la sensazione di una statua di cera inutile e solo da guardare quando mi veniva il senso di caritatevole comprensione per il povero imbecille; talvolta andavamo insieme al bar, perché mi piaceva esibire ‘il merlo’.
Addirittura in un paio di occasioni lo avevo lasciato al tavolo mentre andavo in bagno a farmi sfondare a pecorina da uno che mi avesse attratto; poi glielo raccontavo; l’unica volta che ebbe una ...
... reazione ‘umana’ fu quella in cui, mentre in camera mi apprestavo a copulare con un occasionale amante, si presentò spianando una pistola e minacciando di usarla contro gli sconosciuti; capii che forse qualcosa non consentiva, lasciai perdere l’appartamento e non ci provai più.
Quella sera c’era animazione al bar; qualcuno riferì che la ‘banda della discoteca’ era caduta in un autentico tranello; mentre si recavano in auto ad una festa, erano stati bloccati da una banda di balordi che li avevano conciati male; una ragazza che era andata a trovarli in ospedale riferì che i medici avevano parlato con certezza di scudisciate inferte con particolare abilità; avevano provocato lividi difficili da cancellare, ma qualche ragazzo avrebbe portato per sempre cicatrici ben visibili.
C’era Dario con me, quella sera; commentai a lui che sembrava una punizione classica di suo zio, restò immobile e silenzioso come la statua di cera che vedevo in lui; un tale che per caso era entrato, dall’aria di impiegato di rilievo, lo salutò ‘ragioniere’; piccata perché un mio motivo di esibizione veniva declassato, osservai che mio marito era un signor commercialista.
“Signora, lo so benissimo e mi congratulo; ma forse non sa che suo marito è Il Ragioniere con la maiuscola; si informi meglio!”
Non ci capii molto; era inutile chiedere a Dario; non mi ero mai occupata del suo lavoro; meglio non farlo in quell’occasione; quasi per ribadire la mia superiore indipendenza, agganciai un biondino che ...