Umiliare il mare
Data: 27/04/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Sesso di Gruppo
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autoerotismo
Voyeur
Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu
... far altro che godere per ogni orgasmo che mi provocano. Uno dopo l’altro raggiungono il loro piacere, venendo nella mia bocca, soffocandomi, tirandomi i capelli e obbligandomi ad accoglierli nella mia gola oltre le mie possibilità. Vengo inculata selvaggiamente, a turno. Alcuni scaricano il loro orgasmo dentro di me, altri sul mio corpo e sul mio viso, ricoprendomi di fiotti caldi e viscosi. Mentre diverse lingue si avventano su di me, sui miei capezzoli e sul mio clitoride, il mio ingresso posteriore viene violato da un oggetto freddo, ancora più doloroso degli uomini che mi avevano riempita precedentemente, accompagnato da una risata femminile. Istintivamente mi contraggo, rendendo le fitte ancora più intense. Urlo. Ancora, altre persone vengono su di me, stimolati dal mio dolore, ricoprendomi nuovamente con gocce di sborra bollente. L’oggetto continua ad entrare sempre più a fondo nel mio corpo, ignorando la mia resistenza; si muove furiosamente al suo interno, lo sento dentro la pancia. Basta, non ne posso più, voglio svegliarmi. Mi lamento, piango e prego confusamente. Un misto di dolore, umiliazione, desiderio mi riempie il petto e il ventre; sento i miei occhi sbarrarsi, la mia bocca aperta, sorpresa, il mio corpo ancora una volta preso alla sprovvista, si inarca e si contrae, in un intenso orgasmo che mette a tacere le mie suppliche. L’unica cosa che riempie la piazza è il mio piacere, gridato fino allo sfinimento. Mi trasformo in tremori, gemiti, singhiozzi, mentre ...
... la coscienza si affievolisce. Ridono, mi insultano ancora. Infine, mi abbandonano.
Come in un dormiveglia, mi viene tolta la benda. Ho gli occhi annebbiati, non riesco a vedere nulla. Vengo sollevata, nuovamente. Mi trasportano. Inizio a sentire il suono delle onde. No, Alessio, non voglio fare un giro in barca ora, non so se me la sento…
Vengo posata sulle pietre della spiaggia, rivolta verso il mare, nuda, col sole che mi illumina. Non saprei dire per quanto tempo rimango in quella posizione. Un poco alla volta la mia vista diventa più nitida. Attorno a me, l’unico suono di esseri viventi è quello di qualche gabbiano. Mi sollevo un poco. Ho una sensazione appiccicosa addosso, sono un dolore unico, intenso, diffuso. Non riesco nemmeno a capire quale parte del corpo è quella che trasmette più fitte. La mandibola è indolenzita, le mie intimità bruciano. Mi guardo intorno, non c’è nessuno. Vorrei alzarmi in piedi: ci provo, ma non ci riesco. Con qualche sforzo, mi osservo: sono piena di lividi, cinque strisce di un rosso vivo, che attraversano il mio corpo orizzontalmente, iniziano a formare come delle piccole vesciche. Sono letteralmente ricoperta di sperma, che in alcuni punti è raccolto in piccoli grumi e in altri forma delle strisce spesse, lunghe e viscose sul seno e sulle cosce, colando dalla bocca e dai miei buchi, completamente aperti, violati e doloranti. Mi tasto il viso, sembra tutto intero, anche se completamente impregnato di liquidi.
Con fatica, a gattoni, ...