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La prima volta di Elena – cap 2
Data: 24/03/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu
... Quando lasciò i fianchi per attaccarsi sotto alle tette compresi tutto della pecorina. Una posizione animalesca. Da dietro entrava a fondo, da sotto mi straziava il seno e mi piaceva, come mi piaceva. Avevo il suo viso vicino la mia spalla e vedevo il suo sguardo porco e lui di sicuro vedeva la mia bocca aperta ed il mio viso godente. Mi parlò in un orecchio della sua eccitazione Fu un dialogo tra arrapati. Ti piace? Ti piace così, vero? Lo senti come entra? Cosa potevo dirgli? Si mi piace, ma fai piano? No potevo solo dirgli: mi piace. E quando lui disse devo rallentare? Mi uscì spontaneo: No, continua così. Non ti fermare. Continua. Stavo già godendo e dissi: vengo. Lui: sei fantastica. Vengo anch’io, vengo ancora. Fu attento. Lo sentii uscire da me e provai la sensazione del suo caldo sperma sulla schiena. Cademmo stremati una di fianco l’altro. Che piacevolissima stanchezza. Mi aiutò con un fazzoletto di carta a ripulirmi la schiena del suo sperma e ci coccolammo per un po’. Poi ci siamo rivestiti e mi ha riportato a casa. Quella che scese dalla Cinquecento era una nuova Elena. A casa mi faccio una bella calda doccia. Ho il corpo che mantiene ancora le sensazioni provate in quella sera. Sono distesa felice nel mio letto e mi addormento con la mano poggiata sulla mia ex vergine patatina. Il mattino dopo ci incontrammo in spiaggia con gli amici. I nostri sguardi spesso si incrociano e parlano di noi. Gli salterei addosso. Purtroppo ...
... non potevamo uscire tutte le sere da soli. Comunque fosse non volevo pensassero che avevo una “storia” con qualcuno. Nella mia concezione non volevo che pensassero di me come di una troia (traditrice) Alla sera mi accompagnava a casa con la sua auto, ma ciò era giustificato poiché abitavo in un’altra zona rispetto gli altri Avevo detto che alle dodici ed un quarto dovevo essere a casa e se Antonio si prestava ad accompagnarmi potevo stare con loro sino alle dodici e dieci. In realtà a casa dovevo esserci entro le dodici e trenta; non potevo sgarrare. I miei genitori mi avrebbero punito non facendomi uscire la sera dopo. Rimanevano quindici minuti per noi che passavamo appartati in auto in una zona scura e sicura non lontana da casa dedicandoci a noi ed ai nostri corpi. Lui mi dava baci e ditalini, io baci, seghe e pompini. Come con Giulio ero diventata bravissima nel fargli le seghe in breve diventai altrettanto brava con lui a fargli i pompini Gli massaggiavo le palle ed il pene, ma lo facevo venire solo con la bocca. Le mani mi servivano per caricarlo. Adesso nei quindici minuti a nostra disposizione riuscivo a farmi riempire la bocca del suo sperma che ingoiavo golosamente. In quegli attimi mi sentivo unica e importante. Ero io che comandavo. Con la bocca esercitavo il mio potere. Era come se gli dicessi: sai che voglio farti venire con la bocca, voglio il tuo sperma e tu non puoi fare nulla, comando io. Godevo a sentire lo sperma schizzarmi in bocca mentre ...