1. Piera, la portiera


    Data: 12/03/2023, Categorie: Tradimenti Autore: RoccoSifredda, Fonte: Annunci69

    ... le infilai il cazzo in bocca.
    
    Succhiava Piera, succhiava di gusto e bene, le piaceva il mio bel cazzo duro, ma quando i miei gemiti si fecero più rapidi ed intensi mi respinse, lanciandomi via da lei. Poi mi venne sopra e si impalò col mio cazzo nella sua fica. Le mie mani erano appena andate a finire come due calamite su quel culo scolpito che lei, accorgendosi di nuovo dell'accelerarsi dei miei gemiti, si alzò.
    
    E mentre si metteva a pecorina sul divano, mi disse: “Sto con quel vecchio solo per due motivi: uno è perché mi mena, l'altro è perché ha un cazzo enorme e mi piace troppo quando mi sfonda il culo!”
    
    E così facendo inarcò le chiappe svelando un buchino fin troppo profanato, rosso rosso e con un centro nero nero, quasi fosse aperto verso le viscere più profonde della terra.
    
    Sarà perché era la prima volta che una donna si comportava così con me o forse perché Piera era davvero bella ed irresistibile, ma il mio cazzo iniziò a smosciarsi.
    
    “Ma che fate?!... Ma mica sarete matti voi due?!”, disse Piera lanciandosi su di lui in una disperata operazione “S.O.S cazzo”. Lo avvolse con la su bocca morbida, con le sue labbra rosso ciliegia e lo accarezzò con la lingua riportandolo ad un'accettabile erezione. Quindi si rimise a pecora ed allungò la mano per afferrarlo ed infilarselo dentro.
    
    Dire che il culo di Piera ingoiò ...
    ... letteralmente il mio cazzo, ora definitivamente duro, è dire poco. Piera fece appena un sussulto, tanto era avvezza a farsi inculare, ma andò in una specie di trance erotica, mentre io resistetti davvero poco: appena le mie due palle toccarono quelle due chiappe sode per la terza o quarta volta, quel buco di culo rosso fuori e nero dentro fu travolto da una valanga di sborra che quasi quasi fece fuoriuscire il cazzo.
    
    Piera si girò rapidamente e mi baciò appassionata, poi si infilò le dita di una mano tra culo e fica e se le portò alla bocca, baciandomi ancora una volta. Il dolce delle sue labbra insieme al salato della mia sborra coronarono quello che non poteva essere più che un sogno.
    
    Invece era vero. Così come era vero poco più tardi il borbottio di Albetto che apriva la porta di casa mentre per fortuna avevamo appena finito di rivestirci: “Ma porca puttana!... Nun me so' scordato le chiavi della cappella de famijia?!”...
    
    Quando mi vide, non ci fece nemmeno troppo caso, ed il suo “Lelle', bravo che je sei venuto a fa' compagnia, questa è giovane, vòle gente giovane...” fu subito coperto come una carta vincente giocata a Scopone dal mio folle entusiasmo di aver individuato ed afferrato al volo il pacchetto di ciambelline: “Abe’!... Assaggia 'ste ciambelline che t'ho portato! So'no zucchero!... Hai visto che buchi perfetti che c'hanno?!?!”. 
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