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02 Mi fotto la commessa
Data: 12/03/2023, Categorie: Incesti Autore: John Gallo, Fonte: EroticiRacconti
... cazzo non ti basta mai’ obiettai. ‘Bhe si anche quello’ rise lei mentre si alzava in piedi per uscire dalla vasca. Si mise sulla tazza e a gambe larghe iniziò a urinare ‘sarà che stimola ma ero piena che non la tenevo più’. ‘E sarà che sono un perverso ma quando ti vedo pisciare non resisto’ dissi io e senza farla finire le misi il cazzo in bocca per un poderoso pompino che Maria mi fece senza fare obiezioni…. Papà a casa. Ieri sera li ho sentiti darci dentro. Ho spiato. Maria a pecora sul letto con le tettone che andavano su e giù a tutta forza e babbo dietro che sudava sette camicie pompando a tutta forza. Mi è toccato farmi una sega per poter dormire. Ho preso un paio di calze di nylon di Maria e me le sono passate sul cazzo fin che non sono venuto con un mega spruzzo. Ho inondato ben bene le calze e le ho rimesse in bagno… l’idea di Maria col mio sperma lungo le gambe mi ha stuzzicato da matti. Ora però non si può passare il weekend a seghe. Prendo la BMW e dico che vado a farmi un giro. I due piccioncini non vedono l’ora di restare soli e non fanno obiezioni. L’idea è di andare al negozio da Lorella. Magari ha voglia di compagnia, magari potremmo imboscarci da qualche parte e farci una bella ciulata sul sedile posteriore, penso col cazzo già bello duro. Invece, sorpresa, brutta sorpresa, al negozio non c’è. C’è una ragazzina che magari potrebbe anche starci insistendo un po’ ma con cui non ho quasi modo di parlare visto il via vai di ...
... gente. “Lorella?” chiedo. “Oggi è il suo giorno libero” mormora la ragazza. Esco con le pive nel sacco, torno in macchina. Adesso bisognerebbe sapere dove cazzo abita Lorella. Potrei chiamare Maria, lei lo sa di sicuro ma non mi va molto di impensierire papà e poi, penso, Lorella è sposata e ha, mi pare, un paio di figli. Non mi ci vedo ad andare a suonarle il campanello col cazzo duro. “Salve sono venuto a ciularvi la mamma…”. Non è il caso. Così rassegnato mi faccio un giro cercando di non pensare al sesso. Magari potrei andare al bar centro e vedere se c’è qualche amico con nulla da fare. Magari una partita a carte o a calcetto e si fa passare il pomeriggio in allegria. Poi la vedo. Non posso fare a meno di notarla. Mi pare si chiami Elisabetta, madre del mio compagno di scuola Simone. Non so perché ma ha sempre avuto lo stile da troia. Saranno quelle minigonne da paura che indossa nonostante l’età o le calze nere con i disegnini. Non so ma mi ha sempre odorato di sesso. Ha due borse della spesa in mano e incede a passo lento sui soliti tacchi vertiginosi. Accosto. Lei non mi nota. Suono il clacson e lei alza la testa quasi infastidita prima di riconoscermi. “Signora Boccia buongiorno”. Si avvicina “O ma tu sei John”. “Si signora. Serve un passaggio”. Scuote la testa “Ma no figurati, casa mia è poco lontana”. Insisto “Ma così carica. Su salga, metta la spesa dietro che le risparmio un po’ di fatica”. Lei sorride “In effetti fa ...