Intimo per signora
Data: 11/03/2023,
Categorie:
Tradimenti
Autore: HarrymetSally, Fonte: Annunci69
Era sera inoltrata e mi annoiavo. Mio marito era fuori per una conferenza di due giorni tra professionisti del settore, ed io non ero invitata. Immaginavo che a quell’ora fosse già cominciata la cena di gala, nel quale uomini sgualciti dentro abiti perfettamente stirati corteggiavano donne dallo spacco vertiginoso e dalla scollatura ombelicale che però volevano essere apprezzate per la loro intelligenza, stordendole con chiacchiere insignificanti, tutto in nome del "fare network.”
Io stavo facendo network con un paio di amiche in chat, più che altro lamentandomi come mi viene facile quando la mia indole capricciosa è libera dai vincoli della buona educazione.
Mi trovavo da qualche parte tra “quel figlio di puttana mi ha mollata qui come un rasoio usato” e “quel porco avrà toccato il culo di tutte le stagiste” quando udii suonare il campanello.
Ebbi un moto di speranza. Magari aveva deciso di lasciare tutto e tornare dalla sua mogliettina. Probabilmente, come suo solito, aveva dimenticato le chiavi a casa, e adesso se ne stava lì, sull’uscio, speranzoso.
Forse, in fondo, almeno metà degli insulti che gli avevo rivolto in quegli ultimi dieci minuti erano immeritati! Congedai in fretta le mie due amiche, promettendo loro di richiamarle prima di andare a dormire.
“Arrivo!” dissi. In realtà, non avevo in programma di aprirgli subito. Corsi in bagno e applicai con cura il rossetto che lui adora, un color cremisi che incendiava le mie labbra, esaltandone il ...
... contorno sottile.
Indossavo un abito da cocktail nero, che avevo usato per il meeting di fine progetto tenutosi poche ore prima in un noto tempio dell’altolocata movida milanese. Era sexy ed elegante, e non trovai motivo di cambiarlo, ma lo rassettai sistemando le pieghe qua e là. Non portavo alcun reggiseno, i miei seni alti e sodi mi consentivano quel vezzo, e il mio culetto era inguainato in un perizoma nero molto semplice. Non uno di quelli da farlo impazzire, ma comunque abbastanza grazioso, e in ogni caso era assai più di quanto meritasse. In fondo erano quasi le dieci e io mi ero dovuta arrangiare fino a quel momento!
Il campanello suonò una seconda volta, segno che l’attesa lo aveva cotto al punto giusto.
Diedi una spazzolata veloce ai capelli, riavviandoli davanti allo specchio, e corsi ad aprire la porta.
La visione che mi si presentò davanti non era quella che mi aspettavo.
Un uomo alto circa un metro e novanta, con ampie spalle e una mascella molto forte mi sorrideva con un certo imbarazzo.
“Buonasera, spero di non averla disturbata.”
Il sorriso timido e l’espressione lieve dei suoi occhi chiari disinnescarono parzialmente il mio senso di allarme di fronte a quello sconosciuto. Rimasi sulla soglia, appoggiata allo stipite con un’espressione interrogativa, ma senza l’ansia che talvolta mi coglie davanti all’imprevisto.
“Cosa posso fare per lei?” Notai che aveva una valigetta nera al suo fianco, e sperai ardentemente non si trattasse di qualche ...