Io e Andrea. Capitolo otto.’
Data: 01/03/2023,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
... nessuno riusciva ad avvicinarli. Non svelammo mai il segreto di Andrea. Lei era un animale selvatico come loro, potevo accarezzarla e darle il mio corpo, impossibile catturarla; questa l’idea che mi ero fatto
Il fascino di questa particolarità mi attizzava ulteriormente e quando se ne andavano gli animali, la volevo ancora, cercavo di possedere quel corpo, coacervo di mille emozioni e sensazioni da favola. Solo una notte riuscii ancora ad averla per la terza volta nelle ventiquattr’ore. Ci rotolammo sulla moquette del salotto concedendoci le nostre ultime forze. Non riuscii ad ottenere la penetrazione, disse che non sarebbe riuscita, provava ancora dolore. Mi stupii molto di quell’affermazione, non immaginavo che tutte le nostre battaglie accompagnate dalla colonna sonora delle affermazioni di piacere, potessero contemplare anche sintomi come il dolore. Quella terza schermaglia ce la giocammo tutta a baci e succhiotti.
Il pompino era una specialità tutta sua, quando si dedicava alla pratica, Andrea riusciva a raggiungere dei ritmi incredibili nel pompaggio ed il membro veniva lisciato con la bocca e lappato con la lingua, in un sincronismo che faceva ingrossare all’inverosimile il glande e rendeva marmorea l’erezione. La manovra veniva ...
... sospesa solo quando, supina, mi stringeva il cazzo tra le cosce, come per farsi scopare a missionario e giocavamo con la lingua in una sequenza di baci per prolungare piacere ed eccitazione, tornando poi al lungo pompino. Pensavo non finisse mai, sentiva quando ero prossimo ad eiaculare e riprendeva nella posizione supina per giocare al ti succhio la lingua. Quando arrivò la sborrata fu abbondante e quasi dolorosa.
Eravamo stanchissimi per la vogata del giorno prima e per la battaglia amorosa appena terminata. Niente doccia, ci trascinammo sopra il nostro lettone ed abbracciati come due adolescenti che si stanno giurando eterno amore, ci addormentammo senza chiudere nemmeno un oscurante. Aprii gli occhi accecato dal sole di metà mattina. Eravamo ancora abbracciati come ci eravamo addormentati, lei non si mosse ed il salsicciotto le usciva barzotto dall’immancabile perizoma. Mi alzai e silenziosamente abbassai gli oscuranti. Avrò dormito si e no cinque ore. Le tornai vicino aspettando che si svegliasse. Era fantastico quello che stavamo vivendo, ora però mi stavo rendendo conto che sua madre aveva ragione; lei non stava decidendo nulla circa il nostro futuro. Dovevo provare a forzare la mano ed ottenere soluzioni al proposito, il tempo era maturo!