l’avvocato di papà
Data: 13/02/2023,
Categorie:
Cuckold
Incesti
Autore: troy2, Fonte: RaccontiMilu
Era scoppiata all’improvviso la bufera. Papà era rientrato a casa intorno alle 20. Come sempre aveva posato la portadocumenti nel suo studio e, in camera sua, aveva dismesso il costume e la cravatta. In camicia e mutande si stava avviando in bagno a fare la doccia, mentre mia madre ultimava la preparazione della cena. Il bip del cellulare lo richiamò. Guardò il messaggio sul telefono e lo posò, lasciandolo, inavvertitamente, aperto. Lo scroscio dell’acqua e mamma che mi lancia un’occhiata furbetta, mentre allunga la mano verso il telefono di papà. ‘Non lo fare, ma’!’ ‘Dai! Che c’è di male!’ ‘Non ti piacerebbe se lo facesse lui!’ ‘Io? Non ho nulla da nascondere!’ ‘E chi ti dice che lui ne abbia?’ ‘Solo un’occhiata!’ Capisco che è una partita persa: mi avvicino a sbirciare con lei. L’ultimo messaggio è del socio di papà: freddo e formale. ‘Ti confermo appuntamento di domani da Pascale, ore 10’ Guardando la lista dei messaggi ricevuti su whatsapp, un nome attira la sua attenzione: Becco 54. Lo apre: si vedono gli ultimi. ‘Allora stasera corna in umido?’ ‘Puoi giurarci, vecchio porco! La mia moglie troia si sta già preparando.’ ‘Anche noi aspettavamo un paio di amici, ma mi sa che ci daranno buca. Manda foto della tua!’ Ultima risposta di papà: ‘Mi spiace: lo sai che la troia non si fa fotografare. Magari fosse esibizionista come la tua!’ Mamma era livida: le labbra le tremavano, mentre stringeva nel pugno il telefono, quasi volesse fargli male. Papà la trovò ...
... così, uscendo dal bagno. La cena era andata a farsi benedire. ‘Così io sarei una troia, eh? Stasera corna in umido? Bastardo” e giù una serie di improperi ed epiteti improferibili. Papà cercava di intervenire e discolparsi, parlava di un gioco con uno sconosciuto. Ma mia madre era irremovibile: gli scagliò contro il cellulare, che mio padre afferrò al volo, e scappò in camera. Papà fece per seguirla, ma lo trattenni: ‘Lascia stare! Ora servirebbe solo a peggiorare le cose.’ Mi guardò con l’aria di chi chiede aiuto. ‘Vai a dormire in camera mia, per stanotte. Proverò a parlarle!’
Un’oretta dopo, mia madre fissava lo schermo della tv senza guardarla: aveva un’aria truce che non prometteva nulla di buono. Infilata sotto le coperte a mezzo busto eretto, teneva le braccia incrociate e si mordeva il labbro. Due rivoli di trucco sbavato, che scendevano dalle orbite, testimoniavano che aveva pianto. ‘Ho detto a papà di dormire nel mio letto, stanotte!’ sussurrai, più che non dissi. ‘Hai fatto bene!’ fu il sibilo della sua risposta. ‘Ma ora sono io a non avere un letto!’ ‘Puoi coricarti qui, per stanotte. Da domani troverò una soluzione!’ ‘Ma che stai dicendo? Ora sei arrabbiata: posso capirlo. Ma non mi sembra sia successo qualcosa di così grave!’ mentre lo dicevo, mi spogliavo per indossare il pigiama e coricarmi. La sua reazione fu una tempesta di parole che fluivano, faticosamente, soffiando tra i denti stretti. ‘Niente di grave? Mi ha dato della troia, capisci? Mi ha descritta ...