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Ti monto sui monti
Data: 06/02/2023, Categorie: Sesso di Gruppo Racconti 69, Racconti Erotici, Incesti Autore: Key_Seven, Fonte: RaccontiMilu
... Olga…Un colpetto’. In quel momento Olga, nuda accanto a me l’aveva fatta chinare in avanti e le aveva aperto le piccole chiappette sode… Ero rimasto sbalordito ‘Cazzo hai un culo che sembra una caverna’. Così mi avevano spiegato che era pratica comune nel paese dare ai futuri mariti il culo per arrivare vergini alle nozze e che la stessa Marina già lo aveva preso dietro molto molto prima di fidanzarsi… Storia interessante della troiaggine che dilagava per il paese ma, comunque, mezz’ora dopo anche l’ultima verginità di zia Marina era stata infranta dal mio uccellone… A quel punto sentii un certo dolore e dovetti accostare l’Audi per scendere un attimo dalla macchina. Nulla di grave, a ripensare a quelle vecchie stroie mi era venuto duro come un palo e mi tirava nei panataloni. Mi misi contro un pino come se dovessi pisciare, aprii la patta e diedi un po di libertà al mio manganello. L’aria era fredda e pizzicava un po e questo speravo placasse un po la voglia. Sempre con la patta aperta e l’uccello al vento mi accesi una sigaretta e mi godetti il panorama sulla vallata ancora poco innevata nonostante la stagione. Ovviamnete avevo già deciso che appena arrivato da zia Olga avrei trovato il modo di placare la voglia… Ora però cominciavo a dubitare che sarei potuto arrivare da lei con i pantaloni allacciati. Notai che pensare a zia Olga me lo faceva rizzare ancora di più quindi mi concentrai sul paesaggio. ‘Non devo pensare a scopare, non devo pensarci o mi tocca farmi una ...
... sega’ mi dicevo. Ma tra le tette di zia Olga che ricordavo in ogni millimetro e la sverginatura di zia Marina ero teso come un toro da riproduzione. Fu in quel momento che mi accorsi di non essere solo. La signora indossava un piumino Monclair blu per ripararsi dal freddo che faceva a pugni con la gonna corta molto sopra al ginocchio e le calze nere. A giudicare dai capelli grigio topo doveva aver passato i sessanta da un pezzo e si notava il pallido segno di una tintura bionda ormai quasi svanita. Mi fissava col suo viso un po’ rugoso dietro a un paio di occhiali quadrati. La bocca era spalancata penso per lo stupore. Me lo presi in una mano per fingere di pisciare, tanto per moderare la figuraccia. Lei però non fece nulla per distogliere lo sguardo anzi aveva fatto un altro passo avanti e mi guardava ‘Oi ma io a te ti conosco. Tè sei il nipote della Olga’. ‘In effetti si come ha fatto a ‘..’. ‘Ma lo sanno tutte che sei quello con l’uccello come un cavallo…’. A lieto che la cosa fosse risaputa. Non sapevo se ridere o arrossire. ‘Siete molto amiche tu e la zia? Io non mi ricordo tanto di lei….’. Ridacchiò ‘Non ti ricordi no. Mica te l’ho data io… Quando eri qui ero ancora sposata… Non ero di quelle che venivano a casa tua’. Quindi sapeva anche che dopo la zia mi ero sbattutto un bel po’ di vedove tardone del paese. Potenza di un paesino piccolo dove tutti sanno tutto di tutti e tutti si impicciano senza pietà… Di certo qualcuna delle amiche di zia che mi ero montato aveva parlato ...