Mexican Radio.
Data: 29/01/2023,
Categorie:
Interviste Erotiche,
Sensazioni
Autore: Adele, Fonte: RaccontiMilu
... e non la vidi mai più. Accidenti Adele, non è stata una storia fortunata, e poi da quello che mi hai accennato prima, durante la pausa musicale, per te è iniziato un periodo davvero difficile. Si è vero sono iniziati i momenti bui della vita. Ce li racconterai dopo che avremo ascoltato un altro brano, questa volta arriva da molto lontano nel tempo, ed è un blues del grande Skip James, Devil Got My Woman, non addormentatevi miei nottambuli, dopo Adelina ci parlerà della parte più brutta, della sua incredibile vita. Eccoci ancora qui miei fedeli amici, con Adele e la sua storia. Certo Marialuce, ora la storia diventa oscura, sono stati gli anni cupi della mia vita. Quando smisi con la signora, di cui non dirò il nome, iniziai un periodo di autodistruzione, che mi portò veramente ai margini della società e della vita. La dipendenza dalla cocaina diventò incontrollata, me ne andai da Milano, e iniziai a girare per l’Italia, a volte battevo il marciapiede, oppure trovavo lavoro in qualche locale, più che altro bordelli clandestini. Sono finita in un giro di rumeni che mi sfruttavano, mi hanno anche picchiata, ho fatto anche dei filmini porno, mi facevo scopare da quattro o cinque maschi alla volta, l’unico mio pensiero era trovare tutta la coca possibile e tirarla senza che ci fosse un domani. Mi ero dimenticata di tutto, chi fossi e cosa avessi, e questo in parte mi ha aiutata quando dopo qualche anno sono uscita da quel tunnel buio in cui ero finita. Quindi ne sei venuta fuori ...
... per fortuna? Si per fortuna, e di nuovo grazie ad una donna, posso dire che se una mi ha rovinata, un’altra poi mi ha salvata. Incredibile amici, e ci racconti com’è andata? Si,ero a Roma, battevo lungo un vialone che portava ad Ostia, e per tornare prendevo un autobus. Mi ero strafatta di strane pasticche che mi aveva venduto un marocchino, e mi addormentai sul sedile. Ero molto male in arnese, magra, emaciata, mal vestita. L’autista era una donna, che non si accorse di me fino a quando non raggiunse il deposito, a fine turno. E poi che fece? Dovevo davvero essere arrivata a fine corsa, in tutti i sensi, quando mi risvegliò e mi chiese che facevo, dove vivevo se avessi bisogno di aiuto, le dissi di si, la pregai di aiutarmi, altrimenti sarei potuta morire. Mi portò a casa sua, viveva sola, mi curò e mi rimise al mondo. Hai avuto una storia anche con lei? Si, lei era lesbica, molto mascolina, non certo la bellezza conturbante e sensuale, che avevo conosciuto la volta prima. Una donna normale, che viveva del suo lavoro, tranquilla e per certi versi inquadrata. Si innamorò di me, con il tempo io ripresi le mie sembianze normali, uscita dal giro in cui ero finita, mi comprò dei vestiti, un suo amico medico mi fece tutti gli esami, per fortuna ero sana, trovai anche un lavoretto come segretaria in una associazione che si occupava di anziani e malati terminali. Ma tu l’amavi? Io le ero molto grata, mi aveva salvata, ma la vedevo come un amica, forse una sorella, però per troppa ...