1. La foto ricordo 1


    Data: 22/01/2023, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... ad altezze regolari; una signora presente, visto il mio imbarazzo, mi spiegò che da lì apparivano cazzi di varia dimensione; potevo scegliere quale prendere in bocca, quale masturbare, da quale farmi inculare, con quale scopare in figa o fra le tette.
    
    Cominciai dolcemente; scoprii anche che potevano tirare fuori le mani e titillare, accarezzare, masturbare; fu un’apoteosi del sesso; non so più quanti ne presi in figa, quanti in culo o fra le tette, ne masturbai a decine e a decine ne succhiai facendoli sborrare a terra per non riempirmi lo stomaco fino alla nausea; un signore lì a fianco mi scattò una foto mentre succhiavo il più nerboruto e quella ora è fra i miei ricordi più belli.
    
    Stanca della performance, rientrai alla camera dove eravamo; poco dopo rientrò anche Lucia; svegliammo i nostri maschietti, ignari di avere un palco di corna degno del più grande dei cervi; li guidammo all’uscita e rientrammo a casa; non parlerò mai a Mario di quello che è successo perché ho tradito il principio base del nostro rapporto; ma l’ho fatto proprio per questo; a scuola esigo rigore rispetto e puntualità; ma a casa vorrei qualche sprazzo di fantasia.
    
    Mio marito, invece, applica lo stesso inflessibile rigore sia nel lavoro che in casa; io ho bisogno di altre arie; se non me ne consente, si prende le corna; occhio non vede, cuore non duole; finché non sa, non avrà nessun dolore; se dovesse scoprirmi, arriveremo alle conseguenze che vuole.
    
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    Più chiaro di così, si ...
    ... muore; l’inappuntabile preside, tutta leggi ed obbedienza, aveva applicato nelle sue perversioni la più normale delle regole, prendere per culo il marito, promettendogli candore e fedeltà per farsi riempire di cazzo tutti i buchi e caricarlo di corna senza fargli sapere niente; ora però io sapevo e le corna prudevano e reclamavano non solo vendetta ma sangue, addirittura.
    
    Andai in ufficio e prelevai dal conto tutta la somma depositata; la trasferii in un mio conto svizzero; considerata la mia attività di esperto in border line, avevo una cifra molto sostanziosa a disposizione; ne aprii un altro nominale in un’altra banca; caricai sul conto di Margie tutte le competenze, a partire dal mutuo, e feci sparire ogni traccia delle operazioni; il mio ruolo di supervisore nella banca mi consentiva di fare tutto a mio comodo.
    
    Mi recai, nel suo ufficio, da Elena, la collega per la quale da sempre nutrivo una particolare passione che solo la mia stupida fedeltà agli impegni mi aveva imposto di soffocare; si occupava, tra gli altri, dei capitali di una grossa impresa edile da cui aveva affittato l’appartamento in cui viveva e amministrava il condominio; le chiesi se poteva acquistare per me il suo appartamento e quello adiacente, vuoto; non c’erano problemi e le bastò poco per avere le carte; le dissi di fare l’acquisto e, per il saldo, indicai gli estremi del conto svizzero.
    
    “Ecco fatto; adesso sono un tua inquilina; a chi affitti l’altro?”
    
    “Lo tengo per me; mi piacerebbe che ...
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