Rita
Data: 21/01/2023,
Categorie:
Etero
Autore: pierpatty6151, Fonte: Annunci69
Sarei rimasto a crogiolarmi nel solitario letto, ma il frigo reclama le provviste settimanali. Una veloce doccia. Mi infilo, distrattamente, un qualcosa di leggero, e sono già sul pianerottolo ad attendere l'ascensore, che con i suoi tempi raggiunge il sesto piano.
Il rumore delle antiche serrature annuncia l'uscita della signora Rita, vicina di pianerottolo e proprietaria del mio alloggio.
Da quanto ne so, è vedova da una decina di anni, è molto riservata, e scontrosa. L'età è indecifrabile, probabilmente vicina ai sessanta più o meno, ha corporatura grossa ma anche questa è indefinita, porta sempre vestiti neri, grandi con gonne lunghe fino all'impossibile.
Comunque, metto su il sorriso di circostanza, e con il miglior buongiorno che trovo, le apro le portine dell'ascensore. Lei senza proferire parola, si schiaccia sul fondo della stretta cabina, cercando la massima distanza possibile tra noi due. Il silenzio è rotto solo dal cigolio degli stanchi meccanismi. Finalmente siamo atterrati, e con una veloce "buona giornata" mi libero dall'imbarazzante situazione. Lasciando la signora Rita indaffarata con il trolley da spesa grossa.
La partenza senza capricci della mia vecchia 500, mi mette di buon umore, e fischiettando m'immergo nel caotico traffico della città del Sud.
Poche decine di metri e rivedo la signora Rita, nel suo nero, lungo, voluminoso vestito, alla fermata del tram. Spero che il semaforo rimanga verde. E invece no! Solita sfiga mi devo ...
... fermare. Caspiterina sono davanti a Lei.
Per cortesia, mi sporgo chiedendole se sta andando al supermercato, ma dove vuoi che vada con quel voluminoso trolley.
Non aspettava altro. Con tutta la sua lenta velocità si avvicina, infila il trolley e si accomoda pesantemente sul sedile.
"Grazie", è tutto quello che dice, ed è già molto per Lei. Si appiccica con tutto il suo voluminoso vestito alla portiera, ma la macchina è piccola e una gamba rimane vicino alla leva del cambio, e inevitabilmente la sfioro a ogni cambio di marcia.
"Mi scusi, ma siamo nello stretto". Lei prova ad allontanarsi ulteriormente, ma nulla da fare, e continuo a sfiorare quella gonna, a difesa delle gambe, senza darle alcuna forma femminile.
Stamane è la seconda volta che mi ritrovo nello stretto, nel silenzio, nell'imbarazzo, con Lei che mal sopporta la situazione. Mi domando se ha il terrore di essere violentata.
Fortunatamente, in un quarto d'ora scarso arrivo. Posteggio al -1, recupero dei carrelli, ascensore con bimbi urlanti, e finalmente siamo oltre la barriera d'ingresso ai reparti di vendita.
Lei si dirige da una parte, ed io velocemente svicolo in un altro corridoio, perdendola di vista. Con sollievo inizio a gironzolare per i corridoi cercando, scegliendo e riempiendo il carrello. Senza trascurare l'osservazione delle signore agghindate a festa, e super interessate a raccogliere confezioni, per depositarli nei carrelli spinti da svogliati mariti.
"E bravo il nostro massaio ...