1. La Caduta. Atto 3. Delle scelleratezze di Actio Rubro e della Devastazione di Medreas


    Data: 18/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... conflitto era secondario. Ciò che contava era la sua creazione. Assaporò il momento.Respirò l’aria di quel mattino nuvolo, foriero di nuovi cambiamenti. Il suo sorriso divenne un ghigno folle che nessuno parve notare. Si avvicinò alle casse.Là erano contenuti i proiettili. Ogive rotonde, sferiche. All’impatto avrebbero sprigionato il gas. E poi, il nome di Fabius Bilas sarebbe stato consegnato alla storia, alla leggenda.Gioì del momento. Controllò le ogive, chino su di esse. I legionari a lui fedeli stazionavano attorno, vigili ma, tutto sommato, rilassati. Bilas terminò di controllare con pazienza certosina.
    
    Actio Rubro sorrise. Svuotò il calice di vino osservando la città.Poteva persino ammirare il coraggio degli insorti, degni figli degli eroi di Licanes, ma la sua ammirazione non avrebbe evitato loro l’orribile fine che gli aveva riservato. Bilas aveva garantito che l’arma era pronta e che quel momento sarebbe stato perfetto per vederla all’opera. Sixto e i suoi sostenitori sarebbero divenuti un esempio per tutti gli altri.Ghignò. Notò Mayra. La giovane pareva annoiata, scostata dai consiglieri e dalle ancelle.Actio era stato ben attento a non far trapelare voce alcuna dell’arma. Solo Bilas e i suoi servitori sapevano cosa realmente sarebbe accaduto. Tutti gli altri soldati non sapevano nulla.E neppure Mayra poteva immaginare. Actio si chiese come avrebbe reagito. Avrebbe capito?Avrebbe saputo apprezzare il suo divino potere?L’attenzione di Actio tornò alla città. ...
    ... Dopo la vittoria avrebbe lasciato tutto immutato. Un monumento alla sua potenza. Sicuramente dopo un simile monito, persino Septimo Nero avrebbe dovuto piegarsi a lui.
    
    -Altro vino, mio signore?-, chiese una delle ancelle. Actio neanche ricordava il suo nome. Annuì e il calice fu nuovamente pieno. Notò solo allora che Mayra si era mossa.
    
    Il Pulvinar, palco edificato in legno riccamente abbellito e squisitamente lavorato, era ingombro di cortigiani, consiglieri, ancelle e di tutta questa gente, solo quattro guardie proteggevano l’incolumità di Actio Rubro. Mayra valutò il momento. Valutò come agire.Vedeva, alla sua sinistra, le macchine d’assedio di Actio e quel maledetto bastardo di Bilas.Tutti pronti alla strage. A meno che…Notò Antheus. Lo vide appena per un istante. L’uomo si fece vedere di sua volontà. Sollevò un braccio. Era un cenno di saluto. Di addio. Mayra Tus annuì appena, un cenno impercettibile del capo, un suggello a un amore nato morto in nome di qualcosa di più grande. Quando guardò nuovamente verso il punto dove si era trovato il consigliere, questi era svanito.La giovane prese a contare mentalmente. Secondo i suoi calcoli, tra dieci minuti avrebbe avuto tutta l’apertura che le serviva per agire.
    
    Antheus impugnò l’arma. Una sorta di arma da fuoco primitiva, dalla canna bucherellata.In realtà non era molto diversa dalle armi a energia del suo popolo, ma era ben più silenziosa, al costo di una gittata ben inferiore. Non importava: tutto ciò che avrebbe ...
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