1. Omaggio a zio Renato - Sesta e ultima parte - Fine di un sogno


    Data: 17/01/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... viso. Affamata, iniziai la pompa. Ci misi tutto l’impegno possibile. Un lavoro ben fatto. Con passione. Ogni tanto fissavo negli occhi il mio Padrone ribadendo, con lo sguardo, la mia totale sottomissione. La giovane cameriera stava portando i primi. Antonino la fermò: “ Greta! Guarda pure! Che ne pensi? E’ brava no? Anzi, vieni anche tu. Voglio due bocche”. La giovanissima ragazza non si fece pregare. Ci alternammo in due, cazzo duro in bocca, inginocchiate in adorazione.
    
    La piccola manina di Greta, menava ora con abilità l’enorme asta. Dopo un’interminabile succhiata, Antonino si alzò in piedi. Prese a menarsi il cazzo con forza e il getto caldo finì sui nostri visini. Gran parte in bocca. Lui godeva come un maiale. La sborra continuava ad uscire dal maestoso uccello. Poi, la ragazza condivise con me lo sperma che aveva trattenuto in bocca. Ci baciammo affamate e golose suscitando l’ammirazione di Antonino. “Brave! Così! Mangiatela tutta!”. Velocemente, la cameriera si defilò. Io andai alla toilette per darmi una ripulita e lo stesso fece il mio Signore.
    
    Tornati al tavolo ricevetti dei sinceri complimenti: “Tesoro! Come mi succhi il cazzo tu, non lo fa nessuna! La piccola puttanella che ha servito a tavola è una dilettante in confronto a te! Però mi fa piacere che vi siate divise equamente la mia sborrata”. E rise sguaiatamente…. “Ma dobbiamo concludere la serata alla grande! Domani parti e voglio festeggiare il tuo nuovo paio di tette!” Battè due volte le mani con ...
    ... autorità e si ripresentò Greta con in mano il Santo Graal. Lo depose davanti a me. “Bevi!” disse lo stallone. Portai alla bocca il grande calice colmo di sperma sino all’orlo. Assatanata lo sorseggiai con ingordigia.
    
    Il mattino dopo, vestita di tutto punto con a fianco l’Autista, mi incamminavo verso l’eliporto nascosto dal boschetto dietro casa. Nei trecento metri che ci separavano dal velivolo l’Autista mi parlò: “ Reginella… ascolta e basta. Ci stanno osservando. Quando saremo a bordo ti darò una cosa. Nascondila e ascoltala nel bagno della tua stanza in clinica. Prima però apri un rubinetto e lascia scorrere forte l’acqua, così non ti potranno ascoltare. Sicuramente anche là sarà pieno di microfoni.” Parlava sottovoce ed era chiaramente molto spaventato. Non dissi nulla.
    
    Salimmo. Ci accomodammo nei due posti dietro al pilota e, indossate le cuffie, iniziò il decollo. Il volo durò quaranta minuti. La splendida giornata mi fece godere il fantastico panorama. Il mare, il sole, le montagne. Cose di altri tempi. Ora per me esisteva solo la depravazione e la lussuria. Poco prima di arrivare, l’Autista spinse verso di me una piccolissima scatola nera. Io, con molta attenzione, la nascosi subito nella borsetta. Ero curiosa. Curiosa e spaventata. La clinica disponeva di eliporto. Dopo l’atterraggio, venni presa in consegna da due stupende infermiere. Il mio accompagnatore rimase a bordo con il pilota, e il velivolo ripartì immediatamente. Non potei fare a meno di vedere lo ...
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