Self Bondage
Data: 11/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autoerotismo
Autore: claudiaeffe, Fonte: RaccontiMilu
... corda che ancora penzola dall’angolo del letto e me la giro attorno al polso.
Evidentemente da questo legame mi posso liberare semplicemente spostando la mano, ma la sensazione è fortissima.
Il letto è doppio e io non sono molto alta, così le mie gambe sono divaricate al massimo.
“Sei coraggiosa, ma alla fine parlerai come tutte”, dice ancora il mio carceriere invisibile.
Quando abitavo da sola facevo spesso questo gioco, almeno una volta alla settimana.
Purtroppo non ho mai osato coinvolgere un’altra persona, né un fidanzato nè un amico.
Solo con mia cugina, anni fa, avevamo fatto un gioco simile.
Eravamo entrambe adolescenti e la cosa era finita in maniera imprevista.
Tutti questi ricordi, uniti alla sensazione di prigionia, mi stanno facendo eccitare.
Voglio però aspettare a toccarmi, far durare il gioco più possibile.
Guardo l’ora sul soffitto, non sono neppure le dieci e potenzialmente potrete stare legata per altre quattro ore.
Se nessuno mi disturba con il telefono, potrei divertirmi decisamente.
Senza neppure pensarci libero la mia mano destra e me la passo lungo il corpo.
I miei capezzoli sono duri, e quando con due dita mi sfiorò tra gambe mi sento umida.
Chissà se mia cugina si presterebbe ancora da fare una cosa del genere?
Magari come ci penso io ci pensa anche lei, non ci vorrebbe molto.
Con un polpastrello mi accarezzo il clitoride.
Descrivo un movimento circolare è lento.
Voglio solo andare un poco su ...
... di giri, ma senza venire.
È un vero peccato che il mio uomo non condivida certe fantasie, renderebbe il sesso molto più interessante.
Da ragazza, quando avevo circa diciassette anni, avevo messo un’inserzione on line cercando qualcuno che mi legasse, ma la quantità e soprattutto il tenore di tante risposte mi avevano fatto desistere.
Mi accarezzo ancora un po’, ma un rumore al di là della parete mi fa interrompere.
Cosa può essere stato?
Sembra provenire dalla stanza del figlio del mio compagno, ma è andato via con il padre. Forse proveniva dal piano di sopra.
Un attimo dopo, il rumore della porta che si apre mi toglie ogni dubbio sulla provenienza del suono.
Il ragazzo esce dalla stanza, poi si blocca sulla porta e guarda verso di me.
Io non ho il tempo materiale di sciogliermi, l’unica cosa che faccio è appiattire la mano sul mio inguine per coprirmi.
“Che cazzo sta succedendo?”, dce entrando nella stanza.
“Tu non dovevi andare via con tuo padre?”, gli domando.
“Ero troppo stanco e poi non ne avevo voglia. Ma tu sei legata?”, mi dice avanzando verso di me.
Che posso fare, negare l’evidenza?
Inventarmi una rapina andata male?
Non sarebbe credibile.
“Ti prego Marco, non dire nulla a tuo padre”, lo imploro.
Il ragazzo indossa solo un paio di slip e vedo che, assieme al suo sorriso, gli sta crescendo anche qualcosa tra le gambe.
“Ti stavi toccando?”, mi domanda.
“Marco, ti prego, dimmi che non gli dirai nulla”, gli chiedo ...