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Nei panni di mia madre - 2
Data: 09/01/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... tua madre dico, ti piace?”. “Io non lavoro”. Risposi. “E comunque non sono fatti tuoi”. Non sembrava offeso. “A scuola ci vai?” Incalzò mentre si toglieva il giubbotto. “A volte” Ammisi. “Quest’anno però finisco”. “E ci vai vestita così … ?” Mi chiese squadrandomi dall’alto in basso. Non risposi. “Avrà capito che sono un ragazzo?” Mi domandai. “Ascolta …”. Proseguì lui. “Io non ho nulla contro tua madre … ma … è una cosa che riguarda la mia famiglia”. “Deciderà Gerardo infatti”. Risposi seccamente. “Perché vuoi intrometterti?” “Mio padre non ragiona quando si tratta di Manila”. Sbottò. “Perciò sono venuto io”. Era esasperato. “Senti”. Concluse. “Ormai la decisione è presa: o pagate o andate via”. Mi sedetti accanto a lui. “Ti cambia così tanto un mese?”. Gli chiesi calma. “Non sono io”. Ammise arrossendo. “Il fatto è che mia madre … insomma è una questione di principio”. Notai che la mia vicinanza gli stava facendo uno strano effetto. Alla sua età non doveva essersi trovato così spesso nella camera da letto di una prostituta. Mi guardava le gambe e, tra le cosce, il tessuto dei calzoni era evidentemente teso. Era convinto che fossi davvero una ragazza e sicuramente gli sarebbe piaciuto dare qualche colpo di lingua alla mia conchiglia bagnata. “Sei carina”. Mi disse. Mentre parlava mi accarezzava il ginocchio. Pensai che avrei potuto esercitare su di lui lo stesso potere che Manila esercitava su suo ...
... padre. “Anche tu”. Risposi. Non mi sembrava a suo agio ma comunque fu lui a fare la prima mossa. “Senti”. Esordì impacciato. “Forse posso chiudere un occhio per questo mese … ma solo per questo mese”. Precisò. “Però tu … dovresti essere un po' gentile”. Appoggiò la mano sulla coscia e provò a salire. “Ehi …”. Lo fermai. Lui sorrise nervosamente e oppose una blanda resistenza. “Dai …”. Insistette. Gli trattenni la mano. “Non è che non voglio …”. Dissi mentre gli spostavo il braccio. “È solo … è solo che in questi giorni ho le mie cose”. Mentii. Mi guardò deluso “Ah …”. “Però ci sono tanti giochi che possiamo fare”. E, per rassicurarlo, gli misi la mano sul pacco e incominciai a baciarlo dolcemente. "Sei proprio una porcellina". Disse lui. Gli morsi le labbra, lo spinsi supino sul letto e gli abbassai i pantaloni. Posai la bocca sul pomo d’Adamo, scesi sui pettorali e, sollevatagli la felpa, indugiai sull’ombelico, tormentandoglielo con i denti. Quando arrivai al pube il suo uccello era duro come il marmo. “Che cazzone”. Pensai. Era largo ed emanava un forte odore di maschio. Mi sentivo il buco del culo bagnato: l’idea che Lea avesse eccitato così tanto quello stallone mi stava facendo impazzire. "Ti piace?". Mi chiese. Annuii. Serrai le labbra intorno al glande e feci roteare la lingua, soffermandomi sul frenulo. “Cazzo”. Gemette mentre reclinava la testa per godersi la succhiata. Gli aspirai la nerchia lentamente ma con ...