Il vicino di casa (Ilenia)
Data: 05/01/2023,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Autore: educatoreX, Fonte: RaccontiMilu
“Bene bene bene. Guarda chi abbiamo qui.”
Sentendo quella voce, Ilenia si girò di scatto. “Oh, signor Arturo,” disse arrossendo. Uscì dal capanno, andandogli incontro, tremando leggermente.
Arturo era un uomo sulla sessantina, decisamente brutto – grasso, pelato, sciatto. Era lì di fronte a lei in pantaloncini corti, calze e ciabatte, la camicia sbottonata sulla pancia. I due si conoscevano bene. Erano, tra l’altro, vicini di casa.
“Che cazzo ci fai sul mio terreno?”
Ilenia arrossì ancora di più. Tecnicamente, Arturo aveva ragione. C’era stata una lunga disputa legale sulla proprietà di una parte del terreno fra la casa di Arturo e quella di Ilenia e suo marito. Arturo aveva vinto; il terreno era suo.
“So che è il suo terreno…” balbettò Ilenia. “Me ne andrò subito, sono venuta a prendere le ultime cose qui…” disse, indicando il capanno. “Avevamo qualche…”
Ilenia si rese conto solo inconsciamente del fatto di stare dando del lei a Arturo, mentre lui le dava del tu e la apostrofava in malo modo. Forse era la differenza di età; benché Ilenia fosse, comunque, una donna sposata di 31 anni, non una ragazzina.
“Dovevate riprendervele prima. O pensavate di vincere la causa?” disse lui.
“Noi…” balbettò ancora Ilenia. Non riuscì a finire la frase. Sì, pensavano di vincere la causa. Antonio, suo marito, la sua famiglia, consideravano quel terreno cosa loro da anni; da sempre. Avevano vissuto tutta la questione della causa con Arturo come una ...
... sopraffazione.
“Comunque sia, non me ne frega un cazzo,” tagliò corto Arturo. “Oggi ti becchi la tua prima denuncia per violazione di proprietà privata.”
Ilenia si sentì il cuore in gola. Era una ragazza remissiva, docile, timida. Quell’aggressione verbale la mandava in confusione. Ora stava tremando molto più visibilmente.
“Me ne vado subito, signor Arturo,” disse, dirigendosi all’auto parcheggiata una decina di metri più in là.
“Ferma” disse Arturo. Il tono della sua voce era, come sempre, deciso, arrogante, fermo. Non era un invito, era un ordine. Ilenia si fermò, non per una scelta cosciente, per una inconscia, immediata deferenza verso quel tono autoritario.
Si girò verso l’uomo.
Lui le si avvicinò. “Dimmi la verità: tu credi che non darò seguito alla cosa,” disse. Mentre parlava, quasi distrattamente, scese con gli occhi, squadrando Ilenia dalla testa ai piedi. Ilenia sapeva di essere una bella ragazza, e che i pantaloncini corti e la maglietta a T bianca che indossava non nascondevano molto le sue forme; per questo motivo, lo sguardo di Arturo la mise terribilmente in imbarazzo, ma non disse nulla. Lui tornò a guardarla negli occhi: “credi che abbia parlato di sporgere denuncia solo per spaventarti?”
Ilenia non sapeva cosa pensare. Durante i lunghi mesi della causa, Arturo si era mostrato spietato, cinico, freddo, calcolatore, da molti punti di vista. Aveva vinto la causa non perché era nel giusto, ma perché era stato più sottile, e più accanito, della famiglia ...