1. prima volta. Il mare in tasca, negli occhi la felicità


    Data: 13/07/2018, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Gay / Bisex Autore: lingua di gatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... cappella del suo cazzo sul mio buchetto. Mi spinsi verso di lui per invitarlo ad entrare ed Attilio, delicatamente cominciò a spingere. Sembrava non volesse entrare. Mi sussurrò all’orecchio:” Spingi come se dovessi far cacca”. Ubbidii e fu allora che fui invaso dalla sua cappella. Ci fermammo a prendere fiato e a far sì che potessi rilassarmi di nuovo, passarono secondi interminabili, lunghissimi. “Sei pronto?” mi chiese e ad un mio cenno di assenso col capo, riprese: “Spingi di nuovo.” E assieme a lui contemporaneamente ci avvicinammo. La seconda spinta fece entrare il cazzo fino a metà della sua lunghezza. Attilio non voleva farmi sentire dolore, si fermò di nuovo e ancora ancora diversi secondi perché mi rilassassi e poi, poi l’ultimo colpo congiunto e lo sentii entrare tutto in me. La sua pancia premeva sulle mie natiche e i suoi testicoli rimbalzavano sui miei. Che sublime sensazione. Si fermò ancora, non aveva fretta di venire e di farmi godere. Voleva che durasse quanto più possibile. Quanto tempo rimanemmo così. Non ho idea, una eternità un secondo non sapevo più valutare il tempo. Ero in un’altra dimensione. Cominciai a muovermi lentamente roteando attorno al suo cazzo per poi allontanarmi di poco e poi mi avvicinavo a lui quanto più potevo. Più volte ripetei l’azione, era dolce comandare l’azione e i gesti, lo sentivo dentro, caldo, pulsante, enorme e desideravo farlo godere. Ad un tratto si ridestò il leone che era in lui. Colpi decisi e un avanti e indietro a ...
    ... ritmo sostenuto mi incalzò tale che non feci più movimento e godevo ai suoi assalti poderosi. Tirava il cazzo quasi fino a fuoriuscire e poi giù con un colpo solo me lo spingeva dentro e le sue palle toccavano le mie. Ancora, ancora e ancora, la sua possente forza era inesauribile. Mi dilatava ogni volta di più e non mi sembrava vero potermi aprire così tanto da accoglierlo agevolmente. Cominciai a non resistere più, mi abbandonai rilassandomi completamente e lo incitavo ad essere più violento e lui assecondava i miei incitamenti. Mi sentivo rompere e ne volevo ancora di più e più a fondo. Cominciai a stringere lo sfintere per sentirlo maggiormente e per dargli tutto il piacere che potevo trasmettergli. Inizialmente cominciai a contare i suoi affondi ma poi persi il conto, mi sentivo completamente sciolto. Alla fine mi strinse a se con forza e ripetuti colpi profondi mi fecero capire che stava godendo, allora sentii il suo caldo seme inondarmi e riempirmi.
    
    Nella mia testa mille e mille sprazzi di luce e scintille mi abbagliarono e senza toccare minimamente il mio cazzetto venni anch’io emettendo un po’ del mio seme che si sparse sulle gambe.
    
    Una sensazione unica. Restammo così per lungo tempo assaporando e prolungando insieme quei momenti di intenso piacere, poi girai la testa verso di lui e desiderai essere baciato come una vera donna e Attilio mi accontentò mettendo la sua lingua a duellare con la mia, a succhiare i miei umori ed io ad assaporare i suoi.
    
    Uscì da me e ...