1. Il Reverendo - Seconda parte -


    Data: 28/12/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... in dieci minuti. L’orgia perfetta.
    
    Con il permesso dei tre, andai in bagno a darmi una ripulita e a rifarmi il trucco. Mentre facevo il bidet, sentivo l’enorme dilatazione del buco violato dai due cazzi giganti.
    
    Rimisi a posto la minigonna e rientrai in camera ridendo e danzando soavemente al ritmo della musica.
    
    Trovai il reverendo sdraiato e appoggiato con la schiena a due grandi cuscini. Il suo cazzo, già pronto, reclamava la sua personale inculata. “Tocca me ora troia!” sbraitò. “Ti fai inculare dagli altri e non da me, puttanella? Forza! Ora ti ci siedi sopra!”. Sotto lo sguardo dissoluto degli altri due, obbedii ossequiosa.
    
    L’uccello non fece fatica ad entrare. Scivolava su e giù che era una meraviglia. Cavalcai veloce, sentendo il forte membro pulsare. Le mie mani erano appoggiate al petto del Reverendo. Ogni tanto mi fermavo, ed era lui che guidava la monta. Veloce e rapido come un fulmine urlava di piacere. Vidi gli altri due, in piedi, di lato, menarsi il cazzo. Quando il prete venne, ricevetti in faccia due abbondanti schizzate di sborra. Con le dita, la raccolsi dal viso e, sotto lo sguardo ammirato di tutti e tre, la lappai con gusto. Mi sollevai e portai la bocca sull’uccellone del prete ancora duro. Pulii per bene l’asta in tutta la sua lunghezza mentre menavo con gioia il mio membro. Venni fatta mettere di schiena. Il frate, sollevandomi il culo, leccava con voracità. Gli altri due, mi masturbavano a turno. Ricordo lo schizzo di sborra che uscì dal ...
    ... mio uccello. Andò molto in alto salutato con gioia dai due porci. Tutti e tre, poi, se ne cibarono.
    
    Tra coca, whisky, e ogni tanto qualche pastiglia blu, la notte non mi diede tregua.
    
    Le mie chiappe erano completamente rosse per effetto delle poderose sculacciate che subivano.
    
    La mascella mi doleva, dopo che la mia bocca aveva ospitato innumerevoli volte quei divini cazzi.
    
    Succedeva, ogni tanto, che due religiosi si appisolassero. Almeno uno era però sempre sveglio, e il rodeo delle inculate non aveva fine.
    
    L’alba ci sorprese troppo presto. Un groviglio di corpi era abbracciato a me. Cazzi che non accennavano a diminuire di dimensioni e durezza continuavano a suscitare in me desideri scellerati e lussuriosi.
    
    Il mio saluto personale ai due prelati si realizzò con l’ennesimo pompino da manuale con ingoio totale.
    
    Pompini accompagnati dal cazzo in culo del padrone di casa: il Reverendo.
    
    Con la promessa di un altro “incontro” a breve, salirono sull’auto nera che li aspettava fuori dalla canonica.
    
    Chiesi umilmente: “Reverendo… ma la chitarra? La suonerò in chiesa?”. Il prete, arrogante e cattivo rispose: “Ma quale cazzo di chitarra? Io non voglio chitarre nella mia Chiesa! E poi, sai suonare meglio il flauto no?”. E rise fino a farsi venire le lacrime agli occhi. Il telefono della canonica trillò: “Buongiorno signora!” disse il Reverendo. “Non si preoccupi! Suo figlio è ancora qui! Stiamo provando ancora qualche canzone! Tra qualche ora torna a casa! Ci ...
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