IL TUTOR
Data: 19/12/2022,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Autore: sleeppig, Fonte: xHamster
... consecutive.
La Porta!
Il campanello della porta!
Non avevo la più pallida idea di che rumore potesse fare il mio campanello, nessuno mai aveva suonato alla mia porta.
Mi riallacciai velocemente la camicetta e , mentre Paolo cercava di risistemarsi alla bene e meglio, dissi “arrivo” ed andai verso l’uscio.
Ero abbastanza agitata e preoccupata. Chi mai poteva venire a chiamarmi nel mezzo della notte? Era successo qualcosa di grave?
Aprii e mi trovai davanti Simone!
Capitolo XVII.
Teneva con un braccio un pc portatile e con ’altro braccio uno spesso fascicolo di fogli.
L’espressione del suo viso era seria.
Guardò prima Paolo sul divano e poi me.
“Giulia, perdonami; scusa Paolo dell’intromissione. Scusatemi per l’ora e per il modo.”
Lo guardai spaventata
“Buonasera Simone, che succede?”
“Giulia, abbiamo un problema, il programma…” mi rispose, entrando diretto in casa.
Appoggiò il pc e, sbattendo il fascicolo di carta sul tavolo, prese una sedia e si accomodò.
Aprì il portatile e cominciò a sparpagliare i fogli come se ne cercasse uno in particolare.
Io ero rimasta impalata all’ingesso, con la porta ancora aperta, cercando di mettere insieme le idee. Paolo intanto si era alzato dal divano ed aveva acceso la luce.
Simone, immerso nel marasma di carta, bofonchiava.
Poi, senza guardare nessuno, disse
“Scusa Paolo, mi dispiace rovinarti la serata ma dobbiamo risolvere un problema. Ti prego di lasciarci soli. Giulia, per ...
... favore, prendi il tuo disco, con la copia del programma, e vieni qui!”.
Le sue parole non lasciarono indugi. Non c’era nulla di cui scherzare. C’era un problema e pareva anche grave. Bisognava risolverlo, dovevamo risolverlo, subito!
Paolo si congedò immediatamente, abbozzandomi un timido sorriso e salutando in modo reverenziale Simone. Uscì, chiudendo la porta dietro sé.
Io corsi immediatamente in camera, presi il mio disco rigido e tornai in soggiorno.
Simone, intanto, si era preso una delle birre di Paolo e si accese una sigaretta.
Gli porsi il mio disco e lui prontamente lo collegò al pc tramite il cavetto USB.
Ricurvo sulla tastiera del pc, guardava con aria passiva il monitor; il gomito del braccio destro era poggiato al tavolo mentre pollice, anulare e mignolo, sorreggevano la sua fronte. Indice e medio, trattenevano la sua sigaretta.
Con l’altra mano, impugnava la bottiglia di birra.
Il programma si stava lentamente caricando.
Non riuscivo a proferire parola.
Non sapevo cosa stesse accadendo, ero frastornata; l’atteggiamento di Simone, piombato nel mio appartamento nel bel cuore della notte, ed ora seduto in un silenzio di ghiaccio, lasciava supporre che quel qualcosa di grave fosse ancora più grave e probabilmente dipendente da un mio errore, una mia svista.
Mi sentii il mondo crollarmi addosso; fino a due ore fa, una decina di persone brindavano e festeggiavano, allegri e spensierati poiché avevano compiuto bene il loro dovere, avevano ...