1. Amica mia


    Data: 16/11/2022, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Erano quasi le ore venti e come ogni volta ero inevitabilmente in ritardo, suonai il campanello e attesi la voce al citofono, spinsi il portone e salii su per le scale, dal momento che la porta era accostata e con un leggero tocco s’aprì. L’appartamento era alquanto tiepido, giacché i vestiti s’appiccavano alla pelle, nella penombra lui si muoveva sicuro mentre stava preparando dei piccoli bocconcini da gustare, in quell’occasione io non potei fare a meno d’osservarlo diligentemente. Il suo corpoerasnello e ben modellato, poiché mi procurava dei brividi inattesi lungo il corpo, i suoi capelli scuri come l’ebano ne contornavanoin conclusione adeguatamentela presenzae debitamenteil viso. Lui alzò lo sguardo e sorrise vedendomi in quell’istantelievementepensierosa, tolse la bottiglia di vino bianco dal ghiaccio, ne versò due abbondanti bicchieri, venne lentamente verso di me e porgendomene uno mi disse:
    
    “Ecco l’aperitivo,tieni,gustatelo amica mia”.
    
    Io sorrisi, in fondo ero la sua amica, un’amica diversa, all’opposto l’autentica pretendente, la genuina spasimante che tutti gli uomini volevano, lui però come aveva fatto a tenermi tutta per sé? Era una giornata piovosa e come sempre io non avevo l’ombrello, perché pur ritenendoli utili detesto gli ombrelli, li trovo ingombranti e poi t’allontanano dalla bellissima sensazione che la pioggia ti regala cadendo sul corpo, eppure devo ammettere e riconoscere che servono parecchio, eccome. Ancora una volta il negozio era chiuso, ...
    ... io imprecai verso me stessa, poiché era la terza volta che ci passavo ed era sempre chiuso, sennonché un gesto di malumore e stizza m’invase mettendo alla prova i miei già fragili nervi, in tal modo per effondere il mio disappunto diedi un calcio a un sasso, che con lunghi rimbalzi finì dentro una pozzanghera.
    
    “Adesso che cosa faccio? Che cosa regalerò a Lidia? Io indosso solamente capi firmati” – commentava con la voce acida e pungente, eppure delle volte l’avrei strangolata volentieri. Sarei tornata un’altra volta, oppure avrei riciclato qualche sciocchezza.
    
    In quel preciso istante mi sentii osservata, mi voltai ancora una volta verso quella vetrina allestita con meticolosa fantasia, mentre due occhi scuri mi squadrarono dall’interno e un bianco sorriso mi fece quasi sussultare. L’uomo aprì la porta e affabilmente mi chiese:
    
    “Ha bisogno di qualche cosa? Sarò ben lieto e contento d’aiutarla”.
    
    “Certo che ho bisogno di qualche cosa. Lei pensa altrimenti che io passi qui soltanto per fare un giro. E’ la terza volta che passo ed è sempre chiuso. Accidenti”.
    
    Lui mi guardò quasi meravigliato, poi con un gesto sottinteso e palesemente implicito m’indicò un cartello appeso esposto bene in vista: “CHIUSO PER FERIE”.
    
    Le mie mani affondarono nelle tasche, con un cenno di netta disapprovazione e con un manifesto segno di totale dissenso m’avviai verso il parcheggio.
    
    “Signora, mi scusi. La prego, mi ascolti, non se la prenda. Nel caso avesse bisogno urgente posso fare ...
«1234»