Il parcheggiatore abusivo
Data: 13/11/2022,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chupar, Fonte: Annunci69
Mi spostai per lavoro con la mia auto e, come capita a tutti quelli che si recano nelle vicinanze del centro cittadino, cominciai a cercare parcheggio.
Erano stati necessari almeno venti minuti buoni per recuperarne uno sul Lungomare Crollanza e, oltre a scorgere un paio di automobilisti che avrebbero voluto soffiarmi il posto, ci trovai anche il solito parcheggiatore abusivo. Non avrà avuto più di venticinque anni, ma con quell'aria tipica del mafiosetto che lo faceva più adulto. Tutto sommato un bel ragazzo in canotta smanicata, non tanto alto, ma il viso squadrato, la mascella non rasata e l'occhio burino lo rendevano intrigante.
La sua richiesta iniziale era stata apparentemente quella di posteggiare meglio l’auto perché, a suo dire, stava troppo “larga”. Seccato, non gli risposi, cominciando ad andarmene, pur ammirandone le spalle e il folto pelo ascellare che emergeva da braccia nerborute, ma non palestrate. A quel punto il tizio mi si pose innanzi e, bloccandomi, mi chiese se almeno gli potevo offrire "un caffè", trovando in me sempre una porta chiusa. Lo scansai, cercando di non fissargli il pacco che spingeva con evidenza dal pantalone della tuta che indossava e godendo, con finta indifferenza, del suo odore maschio, privo di profumi dolciastri.
Irritato, cominciò a minacciarmi con parolacce a mezza bocca, sussurrandomi che m’avrebbe sfondato il cofano. Andai su tutte le furie, cominciando a dirgli che era lui a doversene andare, altrimenti avrei chiamato ...
... la polizia. Non avevo intenzione di farlo, certo che la vigliaccheria di quel fare mafioso l’avrebbe fatto desistere, seppur mettendo a tacere quel forte desiderio di sottomissione sessuale che mi prende puntualmente davanti a tipi delinquenziali come quello. Altro che il cofano gli avrei fatto sfondare a uno così.
Finito l’impegno lavorativo e dopo aver scopato con il mio amante, un tipo che lavorava in banca e piuttosto perverso, mi insinuai tra le viuzze di Bari vecchia, finché non mi sembrò di rivedere quel tizio o, per lo meno, uno che gli somigliava. Cercai di schivarlo, sinceramente impaurito dal contesto. Preso di sprovvista, però, fui spinto nell'androne di un antico stabile in restauro e scaraventato a terra: Uèèè tremòne e mò a chi chiami?
Non era solo. Lo stronzetto si era portato i rinforzi.
Ci fu un attimo di silenzio.
Io ero a terra e loro se ne stavano in piedi davanti a me.
Il complice del parcheggiatore abusivo era un ragazzone grande e grosso, sui 35 anni. Indossava dei pantaloncini da corsa con degli spacchi laterali che li rendevano larghi sulle cosce pelose e una maglietta attillatissima e sbottonata che lasciava intravedere un torace maschio, decorato con una pesante collana dorata: E mo’ ci fai un bel regalino, che non hai pagato il parcheggio all’amico mio!
Annuii, silenzioso. Tirai fuori il portafoglio ma quello, rapido, me lo prese e l'aprì, svuotandomelo e lanciandolo lontano. Non potei fare a meno di notare l'uccello dell'uomo ...