1. A tuo figlio ci penso io.


    Data: 07/11/2022, Categorie: Etero Incesti Autore: Stephan_Zanzi, Fonte: RaccontiMilu

    ... quale andava a gonfie vele. Sotto le lenzuola, mi aveva confessato mia sorella, lui era uno scopatore da competizione. Però come vi dicevo c’era un problema. Il problema non era con il suo attuale marito con il quale andava alla grande, bensì con mio nipote, cio&egrave con il figlio che aveva avuto dal primo matrimonio. Si chiamava Enrico, però tutti lo chiamavano Erri, e aveva diciotto anni, e non aveva preso molto bene il divorzio dei suoi genitori. Erri era sempre stato un ragazzino molto fragile, continuamente preso di mira dai bulletti, passava le giornate davanti ai videogiochi e non aveva neppure un amico, se non qualche nerd come lui con il quale giocava a qualche gioco di guerra online. Ragazze, non ne parliamo neppure; quelle le vedeva solo col cannocchiale. Era troppo imbranato per avere una fidanzata. Insomma, mia sorella era molto preoccupata per lui. Non sapeva più a che santo votarsi, e allora chiese aiuto a me. ‘Margherita, ti ho già detto come la penso per quanto riguarda Erri, e cio&egrave che secondo me lo hai tenuto sotto a una campana di vetro per tutta l’infanzia, e quindi non gli hai dato la possibilità di crescere come hanno fatto tutti i suoi coetanei. Insomma, tuo figlio &egrave rimasto un bambino’ le dissi. ‘E a questo punto non so proprio cosa consigliarti. Dovevi pensarci prima’. ‘Lo so’ rispose lei, ‘Però magari potresti tenerlo a casa con te per qualche tempo’. ‘Per quale motivo?’. ‘Magari stare lontano da casa gli farà bene, lo aiuterà a ...
    ... crescere’. Forse mia sorella Margherita aveva ragione. Erri non poteva continuare a starsene riparato sotto le ali della madre. Doveva tagliare una volta per tutte il cordone ombelicale. E forse venire a casa con me e Stefano l’avrebbe in qualche modo aiutato a farlo. ‘Ok, mandalo da me. A tuo figlio ci penso io’. L’impegno che avevo preso con mia sorella Margherita avrebbe colmato le mie giornate vuote. Suo figlio sarebbe venuto a stare con noi con la speranza che la lontananza da casa lo avrebbe fatto crescere. Sì perché Erri era un eterno bambino nonostante i suoi diciotto anni, e la causa di questa sua mancata maturazione era proprio sua madre che lo aveva cresciuto preservandolo da ogni possibile rischio. Per esempio non lo aveva mai mandato a giocare in strada insieme agli altri ragazzini, perché aveva sempre avuto paura che potesse essere preda di ragazzini violenti. Io invece avevo lasciato sia Rocco che Moana liberi di scorrazzare nelle strade insieme agli altri coetanei, fregandomene che potessero avere delle brutte esperienze, perché ero dell’idea che le brutte esperienze servano a formare il carattere di tutte le persone. Ovviamente parlo di ‘brutte esperienze’, non di ‘esperienze tragiche’. &egrave ovvio che quando i miei figli erano in strada sentivo un po’ di ansia per la paura che potessero finire sotto ad una macchina o chissà che altra sciagura. Però erano rischi che bisognava correre, altrimenti sarebbero diventati come Erri, cio&egrave dei perfetti imbranati. Il ...
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