1. Al capolinea


    Data: 08/07/2018, Categorie: Etero Autore: RossoMalpelo1759, Fonte: Annunci69

    Una calca assurda, l’aria che tende velocemente a farsi rarefatta, gente di tutte le etnie che spinge e tira e spinge ancora alla continua ricerca di uno spazio, del loro spazio, io che mi muovo a fatica cercando intorno, sollevandomi sulla punta dei piedi per allargare lo spazio visivo ma è inutile…poi si alza il vento ma è caldo, umido, forzato… tutti che fremono che iniziano ad agitarsi e ricominciano le spinte, le sgomitate un sibilo.. e le luci del metrò che finalmente arriva salvarci tutti da questo girone infernale….
    
    Riesco a guadagnare a fatica l’ingresso, un posto vicino alla porta e quando questa si apre vengo letteralmente scaraventato dentro mentre la grossa busta nera che reggo in mano rimane agganciata alla parete esterna del convoglio; per paura che i manici si strappino lancio un’occhiataccia al ragazzino che è dietro di me e che la tiene premuta contro la parete… lui se ne rende conto, la libera e finalmente sono dentro con il mio prezioso “bagaglio”. Entrano tutti, la calca che si era creata sulla banchina ora è decuplicata, sono circondato da ogni parte, finalmente le porte si chiudono e il treno inizia a muoversi… aria…
    
    Il vento che prima mi era sembrato caldo, ora che entra dai finestrini aperti porta con sè un sollievo insperato ma il viaggio è lungo e io ho perso qualcosa su quella banchina affollata. Mentre mi guardo intorno la mia attenzione viene rapita da un’immagine in mezzo a tutte le altre, una figura tra decine mi rapisce la perdo ...
    ... coperta da una miriade di teste e di braccia che ondeggiano, si muovono,torno a vederla di nuovo … lunghi capelli neri scendono morbidi sulle spalle, e giù lunghi a perdersi in mezzo a quella miriade di corpi ondeggianti mi scosto un po’dai miei compagni di viaggio, cerco di seguire i movimenti imposti dal treno in corsa, le accelerazioni e le frenate che prima mi sbilanciavano ora sono diventate la perfetta scusa per spostamenti rapidi e determinati,tento di avvicinarmi a quella che sembra essere l’unica cosa degna di nota in un marasma di corpi maleodoranti e invasivi. Il bagaglio c’è, me lo porto dietro, mi intralcia e mi rallenta, ma non posso mollarlo, fatico non poco a farlo passare tra la gente, ma con qualche sorriso, un po’ di determinazione e una dozzina di scuse vado avanti…
    
    Sollevo lo sguardo per ritrovare il mio obiettivo e non c’è più… preso da un attimo di sconforto, mi guardo intorno, lo cerco, inizio quasi a sgomitare accelerando il mio difficoltoso incedere tra la calca. Riappare, per fortuna non è scesa. Ormai mi manca poco… sono quasi arrivato.. inizia a delinearsi una figura flessuosa, la pelle olivastra, le morbide curve che si delineano sotto la giacca del tailleur grigio antracite ricalcano perfettamente ciò che avevo immaginato esser celato al mio sguardo, le dita che delicatamente afferrano il sostegno cilindrico spalancando un mondo di oscene fantasie…
    
    La sorte mi è favorevole, una fermata di scambio importante fa quasi svuotare il vagone ma subito ...
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