Sara, la Webcam Girl
Data: 18/10/2022,
Categorie:
Etero
Incesti
Autoerotismo
Autore: LovelySara, Fonte: RaccontiMilu
... secondo dopo, quando lui sedendosi al tavolo le disse ‘Scusa il ritardo, colpa dell’autobus’, che realizzò finalmente cosa stava accadendo. E per un attimo sentì le gambe cederle, tanto che si sedette anche lei di colpo. ‘Sono davvero contento che tu abbia voluto incontrarmi, quasi non ci credevo’ le disse lui, tutto d’un fiato. Le parole erano uscite come un treno in corsa nonostante il suo evidente nervosismo – che Sara era riuscita a notare solo ora – segno che anche lui si era preparato un discorso d’apertura. Quello di lei, invece, era andato in frantumi da pochi secondi, e nonostante gli sforzi ritrovarne i pezzi fu per Sara un’impresa impossibile. ‘Tu… sei Nirvana?’ riuscì semplicemente a dire, con un filo di voce. La testa le girava, la salivazione era ridotta a zero… Era come se per un attimo fosse uscita dal proprio corpo, e ora fosse lì in piedi che guardava quei due al tavolo, quella poco di buono con l’abito a fiori che per settimane aveva fatto “sexting” con il nipote appena maggiorenne. ‘Mi avevi detto che lo sospettavi’ obiettò lui, iniziando però a intuire la genuina sorpresa nella reazione della zia. Nello spazio di pochi secondi, lei ripercorse le loro conversazioni virtuali. Non ricordava di essersi mai concessa in privato a lui, anzi ne era sicura, però sullo spazio pubblico lui aveva potuto sicuramente vedere le sue grazie. E poi tutti quei messaggi che si erano scambiati, quel flirtare in maniera anche abbastanza spinta… Sara a quel punto era tentata ...
... di alzarsi e scappare via, avrebbe voluto nascondersi e non farsi più trovare da nessuno.
‘Quello che ti ho scritto era sincero – riprese lui, interrompendo un imbarazzante silenzio che durava da troppo tempo – Davvero, tutto ciò che volevo fare era solo ringraziarti’. ‘Ringraziarmi per essermi fatta vedere nuda da te?’ rispose lei di scatto, alzando la voce molto più di quanto volesse. I due si guardarono per un attimo intorno, ma nessuno sembrava aver sentito. ‘Ringraziarti per quello che sei, perché sei una persona bella e passionale, e non parlo della bellezza esteriore. I nostri scambi erano reali, autentici, privi di qualsiasi maschera a cui ci avrebbe obbligato il fatto di conoscerci, di essere zia e nipote’. Nell’udire quelle ultime due parole, Sara non riuscì a trattenere una risata nervosa. ‘Autentici? – replicò, stavolta facendo attenzione al volume della voce – Come puoi dire che erano autentici se io non sapevo neanche con chi stavo parlando?’. ‘E sapere chi sono cambia qualcosa? Solo perché sono figlio di tua sorella? I miei sentimenti per te non cambiano, non c’è nulla di cui dobbiamo vergognarci’. ‘Smettila, ti prego…’ gli disse infine lei, quasi con le lacrime agli occhi. Poi si alzò e fece per andarsene, si sentiva sopraffatta e aveva bisogno di stare da sola. ‘Aspetta, non te ne andare’ la supplicò, alzandosi a sua volta e afferrandole il polso. Era molto più giovane di lei, ma anche più alto e forte: anche se non voleva farlo, Sara doveva ammettere ...