Vendicarsi su una stronza
Data: 14/10/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autoerotismo
Autore: Akai, Fonte: RaccontiMilu
... al ritmo del mio operato. Effettivamente, lei ce la stava mettendo tutta per confondermi, con il suo desiderio di farsi sbattere e nel contempo trattandomi come un poveraccio. Immagino che una volta a casa si sarebbe fatta quattro risate con i suoi amici ricconi e con la puzza sotto il naso narrandole come avesse trattato il villico ignorante. La gente sostiene io sia una brava persona, per bene. Lo ammetto: sono bravo ad ingannare la gente. Volevo vendicarmi su di lei, ma come? Sesso nemmeno a parlarne, e non solo perché mio padre me lo aveva vietato, ma anche perché quel giorno capii che c’erano donne che scopandosele non si guadagnava un orgasmo ma si perdeva il rispetto verso sé stessi. Insultarla non era nel mio stile, e poi quella era la figlia di un cliente.
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Passò il pomeriggio e la ragazza, capendo che avevo smesso di interessarmi a lei, oltre a manifestare una palese indifferenza alla sua volontà di apparire migliore di me, e magari come ultima carta da giocare, era sparita un momento in camera sua, si era cambiata, ed era passata per il salotto indossando un bikini color pesca, davvero striminzito, che a malapena sembrava in grado di coprire i capezzoli ed il sesso. Si fermò per un istante per dire che aveva intenzione di andare nel prato dietro casa a prendere il sole, lanciandomi uno sguardo come a dire che una dea come lei non l’avrei mai avuta. Io la ignorai, ma la mia mente malata si era già messa in moto ...
... per trovare un modo per approfittare dell’occasione. Ci volle poco. Passammo un paio di ore a sentire l’imprenditore incensare la sua azienda, io che mi annoiavo come poche volte nella mia vita. Quando infine iniziai a capire che il nostro soggiorno in quella baita stava giungendo al termine, mi alzai e annunciai che avevo intenzione di salutare Silvia, con i Sabatini che mi incoraggiavano a farlo perché sembravo davvero essere piaciuto alla figlia e al contempo mio padre che mi guardava con uno sguardo che sembrava implorarmi di non fare una stupidaggine. La raggiunsi sul retro nel prato tagliato di fresco da un’azienda locale specializzata nella cura dei giardini chiamata un paio di giorni prima, intenta a farsi un bagno di sole su una sdraio da quattro soldi, invisibile alla casa da un gruppetto di abeti, un paio di occhiali da sole che alzò quando mi vide. Ora che non era sotto l’ala protettiva dei suoi genitori non sembrava così spavalda, ma quell’aria di superiorità non l’aveva comunque abbandonata. I nostri sguardi si scontrarono, io che sostenevo il suo con facilità, senza lasciar trasparire nessuna emozione. Lei non disse nulla, incerta se ricominciare a fare la saccente o temere una qualche mia reazione. Effettivamente, rimase stupita un attimo quando mi accosciai in fondo alla sua sdraio. Non si ribellò quando le presi un suo piede, lo sollevai davanti a me e, con tutte e due le mani, cominciai a massaggiarglielo. Un accenno di stupore turbò per un istante la sua ...