1. Fallo per me! – racconto su commissione


    Data: 02/10/2022, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autoerotismo Tradimenti Voyeur Autore: Falu, Fonte: RaccontiMilu

    ... dipinge sulla pelle bianca della mammella. Ne afferra i capezzoli con pollice e indice e lo strizza.
    
    Di nuovo Manuela urla tra sorpresa dolore ed eccitazione.
    
    Il mio pene è completamente alzato, il glande fuoriesce dal prepuzio, ma non mi tocco, lo guardo soltanto.
    
    La tetta si deforma e si allunga mentre le dita si allontanano trattenendo la punta turgida del seno per poi lasciarlo improvvisamente.
    
    Mia moglie è pure sadica, penso, non lo sapevo! Gli urli sono mezzi camuffati da grossi sospiri di piacere. La sento inspirare aria nei polmoni, forse vogliosa di altri schiaffi.
    
    Ora sono tante le mani che strizzano, pizzicano e schiaffeggiano le tette di mia moglie. In breve tempo il roseo colorito della pelle dei seni diventa rosso, impronte di dita o piccole cerchietti evidenziano i colpi più forti. Ad ogni stoccata un sussulto, un respiro, un mugugno di piacere.
    
    “Ti piace troia? Di a quel frocio di tuo marito quanto ti piace essere trattata cosi!”
    
    “Claudio, se a te piace, piace anche a me! Vuoi che continuino?”
    
    La guardo distesa, le tette arrossate, i capezzoli turgidi, duri e gonfi. Ha il respiro corto, le gambe divaricate il sesso esposto agli occhi di quei vecchi. Sento il mio pene sempre più gonfio non lo guardo questa volta, altrimenti me lo toccherei, non voglio masturbarmi ho paura di essere giudicato un porco da mia moglie… ma so che lo sono e so che lo sa.
    
    Mi piace vederla li, me la immagino scopata e non vedo l’ora che accada. Se dico ...
    ... qualche cosa di negativo potrebbe ripensarci e invece io voglio vedere, voglio che tutto continui.
    
    “Si, mi eccita” Rispondo continuando ad aprire e chiudere le gambe ritmicamente.
    
    Schiaccio il mio sesso tra le mie cosce e continuo a guardare. Girano il tavolo sotto la schiena di Manuela, ora distesa sul lato corto del vecchio tavolo in legno scuro. Il corpo bianco della mia donna risalta in questo ambiente. Ora mi rendo conto che tutto attorno a noi è scuro. Il pavimento in marmo nero, da lustro alla stanza che però risulta grigia, dalla poca luce. Un faro illumina me e la scena che mi sta difronte. Il pancione si alza la pelle sotto l’ombelico alla ricerca del suo pene. È ancora dove stava prima, tra le gambe sempre divaricate di Manuela. Ora vedo la dote di quell’uomo; non molto grosso. Non sembra enorme sotto la pancia, ma appena afferrato in mano, mi rendo conto delle reali dimensioni. 21 o 22 cm di pene, puntano ora diretti verso la vagina dalle labbra sottili e delicate. Non so che fare, forse dovrei fermare tutto.
    
    Il pancione si gira verso di me, mi guarda l’uccello che è gonfio e duro. “Al frocio piace sentirti urlare di piacere, non ti avrà mai fatto godere con quel pisellino da neonato!”. Lo dice sogghignando puntando il suo glande verso la fessura umida.
    
    Non è vero penso. La mia mente scorre indietro nel tempo, quella sera prima di sposarla, in auto.
    
    Mi ero sfilato solo i calzoni e gli slip, lei aveva la gonna larga. Avevo deciso di prenderla li, nel mezzo ...
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