1. Notte berbera


    Data: 24/09/2022, Categorie: Etero Autore: cunnilinguus69, Fonte: Annunci69

    ... complice mentre le sue mani iniziavano a rianimare l’asta di carne. Alle prime, timide pulsazioni, sempre fissandolo con quello strano sguardo, ad un tempo pudico e lussurioso, nel quale già si intuiva il suo desiderio che si apprestava a vivere, scivolò verso il suo ventre, disegnò con la punta della lingua la forma che le sue carezze stavano evocando, poi, chiusi gli occhi, avvolse le labbra attorno a quel totem fino ad accoglierlo tutto, sensuale metafora di un prossimo amplesso.
    
    Ora era l’uomo a godere delle attenzioni che lei gli dedicava, a godere della suzione che insisteva sulle parti più sensibili della sua carne, ad avvertire la lingua segnare e disegnare, con il suo passaggio, una forma che manifestava la sua tensione con le prime goccioline che stillavano dal suo apice.
    
    Lei si staccò, non volevano, né lei né lui, in questo momento, che il piacere venisse solo da lì, altre volte ci sarebbero state, ma ora il desiderio di lui era di sentirsi avvolgere la carne e l’anima dalla misteriosa profondità di lei, calda, umida e pulsante, e lei voleva sentirsi riempita da quella carne, voleva sentirsi accarezzare dentro e voleva avvertirne l’uscita del succo della vita e mescolarlo con i suoi.
    
    Tenendolo in mano, guardando il compagno negli occhi, lo guidò dentro di sé. Per un attimo il piacere di sentirsi riempire le fece chiudere gli occhi e le strappò un gemito, ma anche per lui l’attimo era stato intenso. Poi iniziò a ...
    ... cavalcarlo. Le mani di lui le cercarono i fianchi e la guidarono, attirandolo contro di sé mentre con le reni si inarcava per farle giungere ancor più in profondità il suo messaggio d’amore. Il movimento ritmico era un balletto sensuale, le loro voci si univano nel chiedere e suggerire all’altro il proprio piacere nel desiderio di fondere, attraverso i loro corpi, le loro anime, donandosi l’uno all’altra.
    
    Le voci, le parole e i gesti ormai rivelavano che il momento dell’unione vera, profonda, si stava avvicinando. Lui voleva vederla, guardarla, spiarla nel momento dell’estasi, sapeva che quell’istante era il momento più ricco, più bello, più intenso che scaturiva dalla loro unione, momento della sublimazione dei sentimenti e della carne.
    
    L’orgasmo le crebbe da dentro, dal profondo, lo sguardo sempre più attento e fisso in quello del compagno che la guardava con un sorriso, le parole che annunciavano l’evento, le mani aggrappate alle braccia di lui che la continuava a guidare contro di sé, fiché eruppe “Vengo, vengo , vengo amore mio!!!” e anche lui, a questo punto, si sciolse e sentì uscire da sé il fluido che le riempiva la cavità che lo accoglieva in una sublime danza di umori e profumi…
    
    E la luna, che stava ormai calando e aveva trovato una finestrella dalla quale aveva osservato, compiaciuta, la scena, fece un veloce, malizioso sorriso, che soltanto agli innamorati fu dato di scorgere, e scivolò al di sotto delle dune... 
«12345»