Notte berbera
Data: 24/09/2022,
Categorie:
Etero
Autore: cunnilinguus69, Fonte: Annunci69
... pieno, sembravano ignari di quanto il mondo offrisse all’esterno delle mura di quella sua fortezza, ma uno sguardo improvvisamente alzato, un immobilizzarsi prestando il gesto ad un’attenzione estrema rivelavano una tensione interna che solo questi rapidi gesti manifestavano.
Gli sguardi si incrociarono. Gli occhi di lui si fissarono in quelli, grandi e luminosi di lei. Tutto quello che stava attorno a quel muto contatto aveva perso importanza. La lunga eternità si sciolse: la donna si avvicinò, rapida, ad una tenda alla parete che, come molte cose da quelle parti, si rivelava essere qualcos’altro da quello che appariva. La porta celata dal drappeggio si aprì come spinta dal vento e l’uomo fu nella stanza.
Se i baci sono parole in quel momento una profonda e avvincente discussione legò l’uomo alla donna, e labbra e lingue raccontavano una storia lunga come la vita, come il mondo, ma sempre degna di essere narrata, con il maggior dettaglio possibile.
Si staccarono, alla fine, e a fatica, ma fu solo per potersi rimirare di nuovo negli occhi, perché lo sguardo di uno si perdesse nello sguardo e nelle forme dell’altro.
“Perché?!… Perché correre questo rischio?!?…”
Ma si capiva che la domanda che lei aveva formulato non chiedeva una risposta: lo sguardo dell’uomo che beveva il suo corpo attraverso gli occhi era già una risposta.
“Non… non lo sai,dunque?…”
Non gli rispose, gli si offrì, semplicemente…..
Gli si offrì lasciando cadere a terra la veste ...
... leggera, lasciando il corpo agli sguardi e al tatto dell’uomo. Quello che fino a poco prima era possibile solo intuire attraverso il malizioso gioco delle luci e delle ombre, delle trasparenze e dei riflessi ora era lì, impudico ma virginale, dal delicato ovale del viso ai piedi delicati rivelavano desiderio ed emozione.
Le mani dell’uomo scivolarono in una carezza, dal volto alle spalle, si riempirono dei seni, seguirono la curva dei fianchi ridisegnando ciò che la natura aveva già reso perfetto, saggiarono l’avvallamento e la curva che conduceva al pube, senza indugiare, e scivolarono ad afferrare le pesche su cui Allah aveva concesso di far posare quel corpo di donna quando si sedeva. La loro pelle era liscia e morbida, ma le mani dell’uomo la strinsero, tirandola verso di sé, senza trovare resistenza ma, anzi, avvertendo il bacino che si appoggiava, con desiderio, al suo.
E le bocche ripresero quel lungo chiacchiericcio interrotto poco prima. Labbra sulle labbra, lingua attorno alla lingua, le mani di lei che trattenevano il viso di lui mentre quelle di lui continuavano ad afferrare quei dolci muscoli che la natura ha voluto lì perché servissero propri a quello.
Poi anche le mani di lei rivelarono la loro curiosità: senza staccarsi iniziò a sciogliere la fusciacca che reggeva la lama, minacciosa nell’ombra ma ora totalmente inutile, poi tornò alle spalle forzando il barracano a cadere, inutile anch’esso, ai loro piedi. Senza staccare la bocca dalla sua né sottraendosi ...