Il contadino parte I
Data: 20/09/2022,
Categorie:
Maturo
Gay / Bisex
Autore: matteol7777, Fonte: xHamster
... esattamente? Ma poi dimmi un pò, non ti ho mai visto da queste parti, potrei sapere qualcosa di te? Come ti chiami? Quanti anni hai? Bene o male conosco tutti qui intorno.”
Teneva le gambe ben aperte, posizione che faceva mettere in mostra un rigonfiamento sul quale lanciavo rapide occhiate per non far scoprire la mia curiosità. Quando Don Pietro ad un certo si diede una energica palpatina in mezzo alle cosce come spesso fanno gli uomini quando hanno prurito, ed intravedendo una struttura generale dalle dimensioni di tutto rispetto, la mia erezione fu massima. Ero sconvolto perché non mi sarei aspettato che potesse accadermi una cosa del genere. Più guardavo quell’anziano contadino e più sentivo di perdere il controllo di me stesso. Ne ero totalmente sedotto. E lui se ne accorgeva.
Deglutii e farfugliando un po’ gli risposi. “Mi chiamo Andrea, ho 18 anni ed abito qui vicino da pochi giorni. Mi ha detto di lei il portiere dello stabile.” “Bene”, rispose “piacere di conoscerti. Qui mi conoscono tutti come Don Pietro, ho 70 anni, sono vedovo da 5 anni, ho 2 figli sposati che vivono al nord, ed abito da solo in una casa ad un quarto d’ora di strada da qui”. Si alzò in piedi, si avvicinò a me e porse la mano per stringere la mia in segno di amicizia e conoscenza. Io più imbarazzato di prima allungai timidamente la mia. Lui la prese e me la strinse teneramente. Ebbi un fremito. Era una mano da contadino, callosa ma non troppo, ruvida, abbondante, calda ed accogliente. Don ...
... Pietro si accorse del mio imbarazzo e lanciando una rapida occhiata fra le mie gambe si accorse della mia erezione fra i leggeri pantaloncini corti che indossavo e gli scappo un lieve ridacchio.
“Allora”, mi disse. “Andiamo dentro e scegliamo le migliori”.
Entrammo dentro quel rustico e lui mi indicò un angolo dove c’erano diverse cassette di patate
poggiate sul pavimento.
Era una stanza di campagna disordinata, una sorta di magazzino dove lui teneva attrezzi di lavoro e cassette vuote o piene di ortaggi. C’era un vecchio tavolo di legno, un paio di sedie riciclate chissà dove ed un antico appendi abiti dove posava i suoi vestiti. La luce era debole. Dalla finestra non ne filtrava poca. La stanza era in penombra.
Mi avvicinai alle cassette di patate, lui mi porse un sacchetto di plastica e mi disse di scegliere quelle che preferivo. Visto che come ho detto le cassette erano appoggiate sul pavimento dovetti abbassarmi a 90 gradi per prenderle ed iniziai a metterle dentro il sacchettino. Don Pietro di soppiatto andò verso la porta d’ingresso e la chiuse. Poi tornò verso di me e mi si posizionò alle mie spalle esattamente di fronte al mio fondo schiena.
Io lì per lì non ci feci molto caso e continuavo a raccogliere le patate. Ma poi, lanciando un’occhiata verso Don Pietro mi accorsi che con una certa smania guardava insistentemente il mio culetto come per ammirarne le forme.
Ad un certo punto si appoggiò a me, o meglio appoggiò il suo pacco fra le mie chiappe. ...