1. Il figlio ci prova e lei ci sta


    Data: 18/09/2022, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    ... locale non ci fosse più. Invece era lì. Era cambiato solo il nome. Parcheggiai e scendemmo dall’auto. Mio figlio prese la mia mano e la strinse. Mi stava comunicando qualcosa. Cosa mi stava dicendo me lo disse il diavoletto che, con un ghigno dipinto sul volto, si affacciò nella mia mente. Quello che mi disse non mi scandalizzò perché inconsciamente già sapevo. Una sola frase: tuo figlio ha voglia di te, vuole chiavarti. Ancora una volta lo scacciai. Entrammo ed andammo a sederci ad un tavolo in fondo al locale; c’erano solo altre due coppie. Lui si sedette su un mio lato. Ordinammo e nell’attesa cercai di intavolare un discorso con mio figlio che non smetteva di guardarmi con occhi sognanti; rispondeva alle mie domande con monosillabi. Di colpo infilò una sua mano sotto al tavolo e la poggiò sulla mia coscia e l’accarezzò. Sobbalzai. Non mi sottrassi per non provocare scandalo. Senza alzare la voce gli intimai. ‘Togli quella mano dalla mia coscia.’ La sua risposta fu quella di infilare la mano sotto alla gonna e strusciandola sulla mia carne (non avevo le calze) la sentii avvicinarsi al mio inguine. ‘Mamma sei bellissima.’ Oramai era chiaro il suo intento ed era la conferma alle mie intuizioni. La mano arrivò al centro del mio inguine. La mia figa ne sentì la pressione. Con tono un po’ alto gli sibilai. ‘Smettila.’ Non si fermò. Al contrario comprimeva la mano stringendo la mia ‘ciucia’. Intanto i miei ormoni cominciarono una piacevole danza. Era passato molto tempo che ...
    ... una mano non accarezzava la mia passera. Non riuscii a trattenere un gemito di piacere. Lo fissai negli occhi. ‘Io e te dobbiamo parlare. Adesso togli quella mano che sta arrivando il cameriere.’ Il resto della serata trascorse senza che nessuno dei due proferisse parola. La cena ebbe termine. Pagai ed uscimmo. Mi tenevo distante da lui. Arrivammo all’auto. Salimmo. Chiusi la portiera e lui chiuse la sua. Mi girai col busto verso di lui. Lo guardai. ‘Cosa ti frulla nel cervello? Eravamo in un locale pubblico. Quello che hai fatto &egrave da pervertito. Sono tua madre e non una puttana.’ Lui fissò i suoi occhi nei miei e con voce ferma mi disse: ‘Mamma io ti amo. Ti desidero.’ ‘Amore, amore. Parole nient’altro che parole. Piuttosto di che ti piaccio; che vuoi chiavarmi. Questo &egrave il tuo solo desiderio. Smetti di sognare e metti i piedi a terra. Quello che vuoi che io ti dia &egrave una cosa impossibile da fare. Sono tua madre.’ Non sapeva che anch’io avevo cominciato a sognare. Misi in moto ed uscii dal parcheggio. Presi la direzione verso casa. Il silenzio assordante era sceso nell’auto. Nemmeno il rumore del nostro respiro si sentiva. La mia mente era in preda ad un subbuglio di pensieri. Intanto mio figlio aveva nuovamente allungato una mano sulla mia coscia e la palpeggiava. Sulla destra intravidi l’ingresso di un sentiero sterrato; sterzai di colpo. Mi addentrai. Giunsi in una piccola radura. Fuori era scuro. Fermai la macchina e spensi il motore. Mi girai verso mio ...
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