1. 009 pausa senza sborra


    Data: 03/07/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... siciliana gemeva sversa sotto i miei artigli ed io ruggivo da pitonessa assassina. Sincera. La odiavo.
    
    Disprezzo l’egoismo nelle persone. Che motivo c’era di non condividere un pezzo di cazzo con qualcuno, no dico, che problema hai?
    
    La verità è che la gente non sta bene.
    
    Continuai ad infierire sulla moribonda siciliana prendendola a borsettate quando d’un tratto vidi arrivare la polizia che correva con le torce in mano. Mi afferrarono, mi trascinarono via e urlai la mia vittoria come una vajassa.
    
    Voi potete capire che finimmo entrambe al commissariato, ma ci dimisero poco dopo il verbale.
    
    Ci chiamarono un taxi e furono tutti davvero molto gentili, ed io ero così commossa per la loro tolleranza che questi uomini in divisa ci dimostrarono, che avrei concesso a tutto il commissariato di scorreggiarci in faccia. A me e alla Salva.
    
    Ora, capisco che la divisa è divisa, ma non avrei chiesto di certo a questi tutori dell’ordine pubblico, padri di famiglia, di calarsi i calzoni per noi e strapazzarci a turno con le loro virili loffie. Ho un profondo rispetto per le istituzioni. Ma anche col pantalone voglio dire sarebbe stata una cosa carina e assai discreta, poiché trovo il tessuto delle divise assai eccitanti per scorreggiarci in una cella, se non altro perché così facendo non sia cagionato nocumento al rispettabilissimo corpo di pubblica sicurezza.
    
    Infatti azzardai la proposta ad alcuni di loro entrando in taxi, ma mi fu risposto uno meraviglioso vattene a ...
    ... casa rottainculo.
    
    In taxi io e la tipa non parlammo, lei a casa sua, io a casa mia.
    
    Una sera però la mia rivale mi chiamò. Io stavo depressa sul divano a guardare il soffitto mentre mi sfondavo la gola con una zucchina fino ai conati.
    
    Voleva parlarmi. La invitai a casa e facemmo la pace.
    
    Trascorremmo l’intera notte a lesbicare.
    
    Cosa vuoi. Un sessantanove di otto ore con io che gli ficcavo una bella zucchina a torciglione nel culo, e lui, be’ non per dire, ben due zucchine mi ficcò, cui aggiunse il manico dello scopino da cesso più tardi dandomi della gran cloacona.
    
    Aveste visto che portafiori demmerda li mortacci mia.
    
    E comunque ci siamo sturate tutte e stappate francamente alla grande. La verità. Otto ore di pura Epica, non per dire, con tanto di godimenti e se pur temendo entrambe di combinar lo splatter per aria, è finita che è andato tutto per il meglio, con buona pace di mia madre che soleva definire il buco del culo di noi omosessuali una eminente fica cacante e basta.
    
    A colazione poi dopo il caffè la mia amica sicula volle che gli leggessi il mio HUNGARIAN RAPSODY e quando ne ebbi conclusa la lettura egli trovò tutto il mio romanzo assai “efficace”.
    
    “Efficace” mi disse. Un giudizio circostanziato direi. Ma poi si profuse in larghe lodi dopo essersi presa un sabot tirolese che le tirai sulla faccia. Mi pregò di riprendere a scrivere con la borsa del ghiaccio in volto standosene distesa sul sofà. Proprio mi supplicò. E così decisi.
    
    HUNGARIAN ...
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