1. Venduta come una Puttana nei cessi


    Data: 14/09/2022, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu

    ... mano d’uomo. L’arte rupestre di generazioni di grafomani, passati da li a vuotare la vescica, avevano lasciato messaggi volgari e demenziali a sedimento del tempo. Marco si fermò nell’antibagno, ci fece cenno di proseguire dentro senza lui: entrai seguita dai due uomini. – Potete farle di tutto. – li istruì deciso – Ma non il culo, intesi? Per quello non avete pagato. – Si appoggiò al muro e si accese una cicca, con l’occhio rivolto al corridoio, pareva un vero magnaccia al proprio impiego quotidiano. Il luogo era impregnato di un odore pungente: orina ed escrementi incrostati che ti prendeva alla gola. Pensai a quanto fosse umiliante essere li mezza nuda, a fare la puttana per quei due. Loro, impazienti di cominciare, andarono per le spicce, il più vecchio aprì le danze: mi slacciò del tutto il vestito, lasciandomi solo con le mie Superga sabbia ai piedi. Con una smorfia volgare di denti ingialliti dal fumo, mi rifilò subito una serie di schiaffi alle natiche: il mio culo era sodo e la cosa gli dava gusto. Non mi capacitavo: non solo non sentivo ripugnanza, ma avvertivo la sensazione che ben conoscevo quando mi si induceva a compiere cose turpi. Lo stesso olezzo che aleggiava nella stanza aveva nel mio cervello un effetto conturbante, paradossalmente afrodisiaco. Il sesso iniziò a pulsarmi e mi si indurirono i capezzoli in maniera vergognosa. Loro lo compresero e la cosa li rendeva euforici: stesero il mio vestito a mo’ di lenzuolo, sul lercio pavimento e mi fecero ...
    ... mettere carponi, viso a terra. Il più vecchio mi introdusse, senza delicatezza, due dita o più nella figa, iniziò a pomparle dentro con un movimento brusco: le ritirò lucide delle mie bave e le mostrò al giovane: – Guarda come sbroda questa puttanella. – disse nel suo italiano incerto e risero sguaiatamente. – Le cola la fica per la voglia di cazzo. – assentì il più giovane. – Ora gliene diamo quanto ne vuole. – concluse l’altro. Pensai che qualcosa di italiano, quei due lo avevano imparato, almeno quello che serviva a spiegarsi quando andavano a troie. Da vicino, la puzza di sudore e del vino, presumibilmente bevuto a cena, era greve. Sicuro che non avessero fatto una doccia di fresco o nettati i denti quella sera, e forse neppure nei giorni prima. Mi fecero cenno di aprirgli le patte dei pantaloni, lo feci ed estrai i loro membri dagli slip. Mi ritrovai in mano due attrezzi di considerevoli dimensioni e già in tiro. Iniziai a far scorrere la pelle lungo le aste: le loro cappelle congestionate lacrimavano goccioline sierose dall’uretra. Presi a segarli lentamente avvicinandoli al viso: avevano una sentore selvatico, il clitoride mi doleva per quanto era turgido. – Sputa sui cazzi troia, menali come si deve. Datti da fare piccola sporcacciona. – Feci colare fili di saliva su entrambi i sessi, le mani scivolarono lisce sulle pelli lubrificate, tirai lentamente le epidermidi ai bordi delle cappelle, per poi riportarle in basso fino al limite dello scroto. Avviai la vigorosa ...
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