Una dolce altalena
Data: 05/09/2022,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
In questo momento sono precisamente le cinque e mezzo del mattino, adesso è giunta l’ora d’alzarsi. Ogni mattina lo stesso giro della ruota della vita: m’alzo, mi lavo, mi vesto, faccio colazione, mi pettino, mi trucco e alla fine sono pronta per uscire. Un piccolo tragitto in auto che mi porterà alla stazione, visto che dovrò percorrere una quarantina di chilometri con il treno che sembrano non avere mai fine, in seguito utilizzo la comoda metropolitana dove s’annusano, si confondono e in ultimo si mischiano di continuo le essenze odorose della gente.
Io avverto gli aromi e gli odori di tutto ciò che mi sta intorno, popolazione che mangia una brioche, gente che spinge per scendere alla propria fermata, odore di carta di qualche libro e dei giornali. La musica mi riempie i sensi, le mie cuffie al massimo del volume cercano frattanto di sovrastare torreggiando i frastuoni continui della metropolitana, i suoni delle voci e delle persone intorno a me. Ogni giorno è la stessa e identica vita: la casa, gl’impegni, il lavoro, la palestra e infine talvolta le amiche, sì, per l’appunto le usuali vicende, le consuete ore, le ordinarie giornate con tutte le ripetute e le rituali immancabili e ovvie cadenze. L’unica cosa che m’anima, che mi rallegra e che in conclusione mi vivacizza abilmente, è vederti quando arrivo davanti al mio ufficio, giacché tu passi sempre alla stessa ora. I nostri sguardi s’incrociano salutandosi in un organizzato e preparato silenzio, ...
... tu m’oltrepassi lasciando dietro di te la scia d’un profumo dolce e forte, un buon dopobarba forse, perché io ti guardo ogni mattina arrivare da via Torquato Tasso, ti contemplo intensamente come fai tu quando c’incrociamo, dal momento che un timido sorriso vorrebbe scappare, però non ce la fa, un ciao sarebbe troppo fuori luogo e importuno, forse indiscreto.
Quello sguardo però m’allieta consolandomi pienamente ogni giorno, nonostante siano soltanto le sette e venti del mattino, dieci minuti prima d’iniziare a lavorare. Ormai ti vedo da parecchio tempo, tenuto abilmente conto che ho imparato a distinguere e a riconoscere lucidamente il tuo stato d’animo osservando accuratamente il modo in cui cammini. Quando hai un passo affrettato, vuol dire che sei accanito e arrabbiato per qualcosa, in quanto il tuo viso è più cupo e oscuro del dovuto, i tuoi occhi soni più silenziosi e non parlano ai miei, allora mi sovrasti dalla tua altezza lasciandomi un po’ d’inatteso amaro in bocca. Quando all’opposto hai l’andatura tranquilla, ebbene allora so che tutto è a posto, dato che i tuoi occhi m’incrociano, mi baciano e mi carezzano affettuosamente e cordialmente, giacché mi parlano di te, mi salutano e spariscono dietro l’angolo della strada.
In questo modo, invero, ogni mattina ricevo silenziosamente lo zuccherino prima di scagliarmi nel pandemonio del mio ufficio, tra le mille cose che ho da mettere in atto ogni giorno, dimenticandomi dei tuoi occhi e ricordandomene ...