1. La prima puttana


    Data: 05/09/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti

    ... accenda, prima di fare ciò, prima di salire, prima di pensare, un ombra non induce a presentarsi, ferma immobile mi inquieta se non fosse per il profumo che massaggia le mie narici. Luce.
    
    Il neon stravecchio fatica a darci chiarore, resta giallo, un poco arancione. La instabile luce artificiale è sufficiente.
    
    L’ombra si metamorfizza in una bellissima ragazza, alta, sensualmente bionda, con un soprabito nero, che non le s'addice, una borsetta sottobraccio, tacchi alti. Mi soffermo ancora ad osservare il suo volto: occhi come un topazio blu, alcune ciocche nere, non le avevo notate. Capelli pettinati all’indietro, leggermente truccata, mi chiedo se sia vera.
    
    “buon copleano!”
    
    L’accento è fortemente straniero: moldava, rumena, bulgara, russa? Che importa?
    
    Il soprabito scivola via dal suo corpo, in maniera sensuale si posa sul vecchio pavimento sporco e appiccicoso. Immagino perché siamo soli.
    
    “Io sono regalo”
    
    Si lo avevo intuito, quel pezzo di figa è il mio regalo da parte degli sbandati.
    
    Indossa un elegante tubino nero, semplice, non si direbbe una prostituta. Di quanto può essere più grande di me? Diciannove, vent’anni?
    
    Il suo profumo si disperde subito, L’odore di chiuso e muffa del sottotetto non mi piace. Ho un mezzo personal nel pacco delle sigarette, lo accendo solo per sovrastare il cattivo odore.
    
    Inizio maniacalmente a girargli intorno, una danza, le respiro in faccia quando devo, le offro un tiro. Allunga la mano tremolante, si fa due ...
    ... tiri nervosi, io ancora le giro attorno. Sembro il gatto che gioca con il topo, mi ripassa il personal.
    
    La ragazza straniera è tutto un pezzo tremolante, la mansarda è fredda. Io colgo incertezza, paura. Forse sbaglio.
    
    “Allora cosa mi regali?” Non devo urlare molto, la musica sembra non uscire fuori la villa, si perde nelle stanze, arriva un eco nella mansarda.
    
    “Tuto!” Risponde lei. Sorriso finto, occhi vagamente tristi ma, belli.
    
    Giro attorno il suo corpo perfetto, con calma però, sempre più maniaco, vorace, perverso, folle e osceno. Mi sento il leone che lecca la preda prima di sbranarla.
    
    Il mio sguardo non lo incrocia, se lo fa è per un attimo. Forse la sto spaventando. Dovrebbe esserci abituata. Cosa vede in me? Un avvenire perso.
    
    Alzo il tubino, sopra il culo, massaggio il gluteo di marmo, perizoma di raso nero. Le stuzzico l’ano, lo premo, infilo il dito indice, tremito.
    
    “Si!” Esclama.
    
    Sono dipendente dalle droghe, dall’alcol, dai drammi, mi hanno dato un altro veleno.
    
    Ancora più dentro quel dito, ancora più acuto quel tremito… il suo corpo freddo, immobile.
    
    Il mio sguardo, il suo, i nostri occhi… la luce dov’è?
    
    L’erezione pulsa, non la contengo, abbasso il tubino, resta nuda. Molesto le tette, inizio a leccarle, succhiarle, strizzarle, schiaffeggiarle, esco fuori il cazzo, si inginocchia.
    
    Apre la borsetta, prende un preservativo, mentre tenda di scattarlo glielo levo, lo getto, gli metto il cazzo in bocca, con forza. Si oppone, poi si ...