La prima puttana
Data: 05/09/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Giu!!!, Fonte: EroticiRacconti
Alzo i jeans, la zip, mi abbottono, controllo la fibbia, Laura è ancora in ginocchio con il sapore del mio sperma in bocca, allaccio la cinta. Esco dallo sgabuzzino, non varco nessuna porta bensì una tenda.
C’è gente che non conosco, mi porgono gli auguri, strette di mano, baci. Nel corridoio sono quasi tutti appartati. Il pavimento fluttua sotto i miei piedi, le paresti di spaccano, l’intonaco casca. Il festino pare essersi movimentato, il dj improvvisato alza la musica.
Non avrei mai festeggiato il mio diciotto anni, non c’è nulla da celebrare. Sto a cuore a qualcuno, organizzano la mia festa, la loro scusa di fare casino. Amici, compagni di classe, sbandati, siamo tutti in una vecchia villa incompleta, quasi abbandonata a se stessa. Trionfale fino alla fine, fatiscente, sopra la collina di campagna, lontano dal paese. So di chi è, so perché la conosco come le mie tasche, ogni metro quadrato.
Datemi una birra ed una canna, volete festeggiarmi, fatemi festeggiare. Il dj urla il mio nome, io bevo in saluto. Il dj è uno degli sbandati. Mi chiedo perché fra di noi c’è questo senso di aiuto familiare che non ho con i miei veri,fratelli, sorelle, parenti. Il telefono vibra incessantemente in una delle tasche, ricevo una miriadi di messaggi da una ragazzina con cui gioco. Non mi va di risponderle. Poverina, sono due giorni che mi cerca, ha pure caricato il mio cellulare. I pompini ancora non li sa fare, chiudo il telefono. Ci penserò.
Parlo, fumo, scuoto la testa, ...
... tutto sommato è una bella festa. Ci sono anche le brutte facce, brutti ceffi. Noi siamo più pericolosi.
Non è nemmeno mezzanotte, i compagni di classe se ne vanno, Laura non mi saluta, Debora mi sussurra in un orecchio: “quando saremo soli ho un regalino carino per te…”
Certo, come sempre. La ringrazio, ringrazio tutti, sono gentile. Sono così seccato e strafatto che vedo i mostri.
Regali? Una busta con dei soldi. Saranno utili.
Succede qualcosa, me ne accorgo all’istante, strani movimenti all’ingresso. Gli sbandati sono li vicino, anche degli amici. Mi avvicino ma, vengo distratto, un tizio mi sposta letteralmente, sto per mettergli le mani addosso. Dice a delle ragazze di intrattenermi. Ballano con me, sono sexy, le tocco, stanno al gioco, solo un poco.
Mi sento portare via, trascinato. Mi indirizzano verso le scale che so salire da solo, siamo al piano superiore, nel mezzo del corridoio, ci fermiamo davanti una scala di allumino a forbice. Mi dicono di salire, di divertirmi, ridono di gusto, lo faccio. Sbandati.
Salgo, e mi tiro su la scala per evitare scherzi. Sono nell’ambio sottotetto. Una mansarda senza muri divisori ma con un cesso ed un lavandino ad un angolo, accanto la porta del balcone-torre. Irritante odore di chiuso, muffa, forse anche di piscio, pizzica il mio naso. La luce è quasi assente, c’è sempre la Luna, i suoi raggi d’argento, non sono sufficienti seppur idilliaci. La luna mi affascina da sempre. Alzo l’interruttore, sperando che si ...