Io cuck (prima parte)
Data: 28/08/2022,
Categorie:
Tradimenti
Autore: alebardi, Fonte: Annunci69
ALESSANDRO BARDI
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Quella partita di calcetto non poteva durare di meno. Fu talmente breve che non cominciò neanche. Il giovedì sera, come tutti i giovedì, ero uscito di casa alle otto, dopo un breve e leggero pranzo, armato della mia sacca preferita; quella che riempivo con la maglietta e i pantaloncini che usavo per giocare a calcetto con gli amici.
Era ormai un rito che andava avanti da anni. Per una quindicina di quarantenni perennemente stressati dal lavoro, non c’era nulla di meglio che ritrovarsi una sera a settimana per giocare insieme e, successivamente, per bersi una birra parlando di argomenti pienamente maschili.
Ma quella sera le cose andarono diversamente. Un guasto elettrico aveva reso cieco il nostro campo e, quindi, entrammo direttamente al pub senza essere passati dagli spogliatoi.
Due birre, un po' di commenti sul calcio e sulle donne, e poi tutti a casa. Fu per questa ragione che parcheggiai la macchina in garage non alle undici come al solito, ma poco dopo le nove.
Abitavo in una villetta ai margini di un piccolo paesino fuori Firenze, in una elegante zona pedecollinare. Non mi stupii di trovare l’auto di mio cognato parcheggiata davanti a casa. Sapevo che sarebbe passato per discutere di alcune pratiche burocratiche con sua sorella, la donna che avevo sposato dopo che le nostre strade si erano incrociate per caso.
Mia moglie, Daniela, era una bella donna di quarantadue anni. Ero stato fortunato ad incontrarla, e ancora di più ...
... perchè aveva accettato di sposarmi. Quando uscivo con lei non potevo evitare di accorgermi degli sguardi che i passanti le lasciavano sulla pelle. Alta un metro e settanta circa, aveva gli occhi scuri e i capelli lunghi e lisci, di un nero tanto assoluto da farti sentire addosso il buio della notte, anche se quasi nessuno le guardava i capelli prima di essersi perso per diversi lunghi istanti sul suo seno. La quinta taglia era forse troppo piccola per contenere quelle tette enormi, che lei portava in giro con una sfrontatezza sbarazzina, quasi arrogante, consapevole che non avrebbe mai incontrato un uomo che, almeno per una volta, non avrebbe desiderato palpargliele e leccargliele.
Lo sapeva lei e lo sapevo io, che avevo ormai imparato a tollerare gli sguardi impudenti di tutti quelli che pensavano di potergliele guardare senza che lei o suo marito se ne accorgessero.
Stavamo insieme ormai da dieci anni, sposati da sei, e avevo ormai smesso da tempo di contare le volte che le avevo coperto di sperma quelle splendide tette. Era un richiamo inevitabile. Comunque stessimo facendo sesso, quando godevo non riuscivo a resistere alla tentazione di farlo proprio li, sulla parte più provocante del suo fantastico corpo.
Ma se le tette erano la cosa che immediatamente colpiva, non da meno erano le sue gambe, lunghe e snelle, sempre confezionate da scarpe con tacco a spillo, altro dettaglio che mi mandava costantemente fuori di testa.
Fin dalla prima volta che eravamo usciti ...