1. Rincontrarsi


    Data: 18/08/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ade-69, Fonte: Annunci69

    ... eccitante bellezza.
    
    Quanto tempo era passato, dall'ultima volta?
    
    Le slacciai la cintura d'argento, che cadde a terra tintinnando, poi le spostai la spallina ancora al suo posto ed il vestito scivolò giù.
    
    La donna che fu la mia confidente, la mia amante, la mia amica, la mia schiava, di cui conosceva ogni più intimo segreto, era lì, nuda, uguale ad un tempo, con il suo fascino e le sue imperfezioni, che mescolati la rendevano bella.
    
    La presi per mano e l'avvicinai al tavolo. Lei si appoggiò con le natiche.
    
    Con un dito della mano si toccò la bocca, poi scese lentamente lungo il collo, tra i seni, oltrepassò l'ombelico ed il ventre ed i radi peli del pube e giunse all'imbocco della sua vagina, in mezzo a quelle labbra, che lei sapeva trasformare in uno strumento di mutevole piacere avvolgente. Ritrasse il dito bagnato e lo leccò, lentamente, riassaporandone il gusto.
    
    Il profumo delle candele fu come un richiamo.
    
    Ne presi una. Lei lo guardò e, con un desiderio carico d'odio, inarcò la schiena appoggiandola al tavolo.
    
    Non la bendai né legai, come avevo fatto tante altre volte, trasformandole l'attesa stessa in una tortura.
    
    Volevo fosse libera di vedere e di muoversi, io lo sapevo, diventavo per lei una sfida. Una sfida all'istinto primordiale di autodifesa. Una sfida tra la paura del dolore e il desiderio del piacere. Quel desiderio di percepire l'attimo in cui il primo si fonde nel secondo, in cui dall'uno nasce l'altro. Il cuore stesso di un ossimoro. ...
    ... Ogni volta nuovo e diverso.
    
    La mia mano si alzò perpendicolare al tavolo e la luce della candela gli illuminò il viso.
    
    Lei rivide i miei occhi, duri e protettivi, dolci e crudeli. Sentì il mio respiro ed il mio odore, era di maschio eccitato, eccitante.
    
    Ebbe un fremito che la infiammò di voglia e le strizzò ogni punto della sua intimità, per poi risalire fino alle labbra della bocca, che d'istinto si morse.
    
    Era libera di andarsene e, come sempre in passato, bastava pronunciare una parola, per interrompere il tutto. Non l'aveva mai usata. Chiuse gli occhi per pochi istanti, giusto il tempo per far riemergere la sua vera anima che a lungo aveva cercato di sopire. Quando li riaprì, vide sopra di sé il mio braccio, con crudele premura, ancora indeciso sulla distanza da tenere tra la candela ed il suo corpo. Tutto era concentrato su quel breve spazio fisico temporale. E tremava immobile, avida dell'attesa, ma timorosa per l'istante successivo, sempre alla fine improvviso e ignoto.
    
    Una bruciante liquida goccia di cera scese e la colpì su un capezzolo. Raffreddandosi.
    
    Un istante di fuoco, su uno dei suoi punti più erogeni, che si sublimò in desiderio. La tensione dell'attesa, la paura del dolore fugace, l'istante meraviglioso in cui il dolore si trasforma in eccitazione. Follia? Schiavitù?
    
    Altre gocce si susseguirono senza che lei desse un accenno vero di ribellione, ma solo lievi sussulti profondi, assetata di quelle ondate di dolore e piacere che le lacrime di ...