La Caduta, atto Settimo. Della caccia di Eria
Data: 02/08/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... eseguì una caduta, rotolando sul suolo compatto al di sotto della raffica sparata dagli altri due. Scagliò il coltello nella mano sinistra senza neppure un pensiero cosciente, evitando di misura due colpi di arma energetica. L’altro uomo della pattuglia sprizzò un gayser rosso. Rimaneva la ragazza. -Ferma!-, esclamò questa. Puntava il fucile, pur tremando. Una novellina. Eria si alzò, stringendo il coltello. Sorrise. E abbassò il cappuccio. L’altra inorridì. -Dei…-, sussurrò, semplicemente incredula. -Nessun dio.-, disse Eria. Scattò in avanti. La giovane fece per sparare ma perse l’istante. E la donna le arrivò addosso. Il primo calcio a sforbiciata le strappò l’arma di mano. Il secondo centrò la ragazza al mento prima che questa riuscisse a estrarre il pugnale, catapultandola a terra. L’elmetto le cadde, scoprendo i capelli biondi e un viso grazioso, occhi castani grandi di paura. -Novellini. E questi sarebbero i guerrieri di Roma?-, chiese Eria a sé stessa più che alla giovane. Pur storidta, questa tentò di strisciare verso l’arma. La donna la lasciò arrivare quasi all’arma prima di schiacciarle la mano, poggiandovi con tutto il peso. La ragazza urlò. Metacarpi frantumati? Forse, sicuramente un dolore terribile. -Silenzio…-, sussurrò Eria. La giovane si zittì in un istante. Eria annuì. La guardò. Non era brutta. Era un giunco. Flessuosa e sottile, oltre che semplicemente bella, anche solo per l’aria d’innocenza che ostentava. La donna avvertì un languore nel ventre. Ma ...
... sospirò: non era né il luogo né il tempo. Ve ne sarebbe stato dopo. A iosa. -Madridia. Come ci arrivo?-, chiese. La giovane singhiozzò, smozzicando parole. Eria non aveva tempo da perdere. Le sferrò un calcio nelle costole. La giovane si raggomitolò tipo feto. Tossì. -Madridia.-, disse di nuovo la donna. -Io… la via Principalis… Ma non riuscirai a entrare… Non senza documenti…-, riuscì a dire l’altra. -A questo c’é rimedio.-, disse lei, -Ora dimmi come arrivarci. In fretta.-. L’altra parlò. Eria notò la mano, sempre più vicina al coltello nella guaina alla cintura. -Ottimo. Grazie.-, senza preavviso, la donna colpì. Il calcio centrò l’altra al viso. Prevedibilmente, annullò ogni reazione. Ed Eria colpì. Affondò il coltello sino all’elsa nel costato della ragazza. Recuperò l’altra lama e si rimise il cappuccio mettendosi in marcia. C’era del lavoro da fare. Molto. Camminò per metri, arrivando a una fattoria. Un uomo e una donna. Una coppia semplice. Li abbatté rapidamente. Prima lei poi lui. Prese i documenti di lei. Cramila Esiuca, una donna più o meno della sua età e della sua corporatura. Prese delle provviste, tutte quelle che poté. Poi riprese la marcia.
Arrivò a Madridia in tardo pomeriggio. Sbocconcellò alcuni frutti presi dalla fattoria di Cramila e bevve l’acqua. La città era guardata. La donna svuotò la mente. Lei non era chi era, lei era Cramila, affetta da una malattia nota come Sibilo degli Dei. Stava andando a farsi curare. Si ripeté quel copione due volte, tre, ...