1. La Caduta, atto Settimo. Della caccia di Eria


    Data: 02/08/2022, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... si chiamava Martineus. Traghettò Eria ben oltre la linea del fronte, passando con vera e propria maestria oltre le reti di sensorium attive lungo il confine dell’Hiberia. La nave atterrò molto al di fuori di Madridia, in una piana desolata. Ripartì. Eria non se ne sorprese: l’ordine era stato quello. Accompagnarla sino a lì e non attenderla in loco, per evitare di attirare l’attenzione delle truppe di Aristarda che pattugliavano la zona. Questi ultimi erano riservisti, o reclute, spesso e volentieri messe ad assicurare il territorio. Stando ai rapporti ricevuti dalle spie di Serena, Eria sapeva che il grosso delle forze di Aristarda Nera era prossimo al raggiungimento di Barcino, da cui sarebbe ripartito per Castila, e poi oltre i Pirenei. L’Imperatrix in esilio stava raggruppando le truppe. Ma non le sarebbe servito: presto il Coltello sarebbe stato in mano alla Stirpe, e con esso, anche il futuro dell’Impero. Eria sorrise. Tanto tempo, tanti piani, tutti per giungere a quel momento. L’aria fresca dell’autunno la fece sorridere. Freddo, caldo, avevano perso d’importanza da un po’. Restava solo lo scopo. E a tal proposito. -Ferma!-, eslcamò una voce maschile. Lei si voltò, piano. -Sì?-, chiese. Non fece un movimento. I tre soldati erano evidentemente una pattuglia, giunta ad investigare. Erano due uomini e una donna, più giovane dei suoi commilitoni. Tesi? No. Apparentemente sicuri. Eria si finse sorpresa. -Io sono solo un’umile viandante, signori…-, disse, con tono ...
    ... piagnucoloso ed esitante. -Documenti!-, ordinò il capo della pattuglia. Lei non li aveva, ma non si sarebbe fatta fermare. Rimase in silenzio, attendendo. Appena sette metri la separavano da quello che aveva parlato. L’arma energetica dell’uomo era puntata su di lei. Sicura disinserita. Gli altri invece parevano più rilassati. Evidentemente non si aspettavano guai. -Li ho… persi.-, sussurrò lei. Chinò il capo. -Ma bene! Mani sopra la testa. E niente mosse brusche.-, ordinò l’uomo. Gli altri due erano fermi come stoccafissi. Idioti. Eria valutò. L’uomo era la spina dorsale della pattuglia. E si avvicinò di un altro passo. Un altro metro in meno. Cinque metri… Pochi. Ma ancora troppi. Lei eseguì l’ordine, piano. -Non ho fatto nulla di male, vi prego…-, sussurrò. -Silenzio! Ora sdraiati, mani sopra la testa.-, ordinò lui. Fece l’errore finale. Avanzò ancora. Nonostante l’arma puntata, fu sufficiente. Eria non era una novellina. E quegli idioti ora si sarebbero resi conto dell’errore che avevano fatto. Infilò le mani nelle maniche, raggiunse le impugnature dei coltelli saldamente affrancate alla sottoveste. Estrasse le lame. Passò un istante di puro stupore da parte del capo dei militi, e dei suoi sottoposti. Fu sufficiente: Eria si lanciò in avanti. Sferrò un calcio che mandò la raffica sparata dall’uomo verso il cielo. Entrò nella guardia del soldato e colpì. Collo e petto. Tagli chirurgici. L’uomo gorgogliò cercando di parlare, lasciò l’arma e si portò le mani alla gola. La donna ...
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